Partiamo di buon ora, come al solito, ma questa volta con
la moto scarica per andare a visitare le oasi di montagna.
Per arrivarci si attraversa un altro lago salato il “Chott el Gharsa”. Il
fondo è più asciutto
e la moto non ha i bagagli, così entriamo per fare un bel tratto in fuori
strada nel chott e vedere l’effetto che fa. Bellissimo, se vi capita ve lo
consiglio.
Come arriviamo alle oasi di montagna ci rendiamo conto che sono davvero
fantastiche.
Non sto a raccontare come sono fatte e come mai oggi sono disabitate. Questo
lo potete leggere su qualsiasi guida turistica. Gli ambienti però sono
davvero mozzafiato, sarebbe un peccato non visitarle, soprattutto Chebica -
per via della fonte calda che alimenta il suo palmeto - e Mides (a 1 km.
dall’Algeria) per l’enorme canyon su cui sorge.
Torniamo a Tozeur che è tardo pomeriggio, ma prima di andare in albergo
(memore della canzone di Battiato) voglio vedere la ferrovia e i suoi treni.
Ormai manca solo un giorno alla partenza del traghetto, così ci prepariamo
al rientro. Abbiamo deciso di viaggiare di notte per raggiungere Kairouan,
per poterla visitare con calma l’indomani prima di tornare a Tunisi per
l’imbarco.
Casualmente prima di uscire dalla città incontriamo di nuovo il pensionato
piemontese che avevamo conosciuto in nave, un incontro piacevole e
inaspettato. |