Estonia - Lettonia- Lituania

Diario di viaggio

di Marco (Osio)


30 luglio 2005 - TALLINN

Dopo una traghettata di diverse ore giungiamo a Tallinn verso le 11:00 del mattino (eravamo partiti da Stoccolma alle 18:00 del giorno precedente).

Zak,Ciars,Osio e Kalos sul traghetto da stoccolma a Tallinn

La capitale dell’Estonia si presenta ai nostri occhi come una vivace città ricca di colori e scorci caratteristici e i suoi abitanti si mostrano molto cortesi e disponibili nel darci informazione riguardo gli ostelli e gli affittacamere presenti in città. Quando parli con un cittadino di Tallinn e contemporaneamente ripensi a cosa ha sofferto negli ultimi decenni la popolazione dei Paesi Baltici, ti rendi conto di come questa gente abbia un forte senso di appartenenza alla propria terra, di come sia legata alle proprie origini, alle proprie tradizioni e di come voglia fortemente svilupparsi ed integrarsi pienamente in Europa.
La vita turistica a Tallinn si svolge all’interno della Città Vecchia, entro le cui mura si trovano i principali alberghi e ostelli (davvero parecchi, anche se piccoli), la quasi totalità dei ristoranti e praticamente tutti i locali.
La parte vecchia della città sorge su una collina ed è chiamata Toompea. Su di essa fu fondato il primo nucleo della città, che poi ha continuato ad espandersi fino a diventare quella che è oggi. A Toompea si trovano le cattedrali di diverse confessioni cristiane (ortodossi, luterani e cattolici) a testimoniare il fatto che la città, nel corso dei secoli, è stata conquistata svariate volte dato che, a causa della sua posizione strategica sul mare, rientrava nelle mire espansionistiche dei bellicosi vicini (svedesi, lituani, russi).

loschi figuri offuscano la bellezza di Tallinn

 

vicoli della città vecchia di Tallinn

Dopo due giorni di sosta a Tallinn, appurato che la città l’abbiamo visitata praticamente tutta, decidiamo di darci per qualche giorno alla vita di mare e quindi facciamo rotta verso la costa sud-occidentale dell’Estonia e più precisamente verso la città costiera di Parnu.


1 agosto 2005 - PARNU

Giungiamo a Parnu dopo circa 3 ore di pullman attraverso l’entroterra estone. Il viaggio ci permette sia di farci un’idea di come sia la vita della popolazione che non risiede nella capitale sia di ammirare il bellissimo panorama di foreste che ci accompagna per la quasi totalità del tragitto: lunghe file da alberi corrono ai margini della strada e si interrompono solamente per permettere al viaggiatore di ammirare le fattorie isolate, di osservare le mandrie di mucche e cavalli che pascolano in libertà e di rilassarsi e godere appieno delle gioie che un paesaggio bucolico un po’ selvaggio può fornire allo spirito di chi è abituato a vivere in città caotiche, rumorose e trafficate.
La cittadina marittima di Parnu è una delle principali località di vacanza di tutto il Paese ed è per questo motivo che è piena di turisti. Notiamo che oltre ad altri italiani ci sono turisti inglesi, francesi, tedeschi e svedesi: in pratica chi viene in Estonia non può non fermarsi per qualche giorno a Parnu. Inoltre numerosi sono anche i turisti estoni.

Osio e kalos se la spassano in spiaggia (Parnu)

 

Kalos e ...l'infinito (Parnu)

La spiaggia di sabbia finissima corre per diversi chilometri e consente ai turisti di godere sia di spazi tranquilli sia di zone di divertimento, con campi di beach volley, di calcetto e una piscina con scivoli. Dalla spiaggia si ammira il panorama del golfo di Parnu, che si estende tutto attorno alla piccola città.
Riguardo alla città in sé, non c’è molto da dire: il centro è costituito da una via di circa 500 m lungo la quale si trovano i principali ristoranti, dove si può mangiare in modo ottimo spendendo cifre di gran lunga inferiori a quelle cui siamo abituati in Italia, gli alberghi e gli ostelli, che non sono molti, ma, per nostra esperienza, sono accoglienti e puliti.

cena sociale a Parnu


3 agosto 2005 - Riga

La tappa seguente del nostro viaggio nei Paesi Baltici è la grande capitale della Lettonia: Riga.
Raggiungiamo la città lettone dopo un viaggio da incubo in pullman della durata di circa 3 ore e mezza, senza soste e su strade strette, asfaltate male o non asfaltate affatto e piene di cantieri: insomma spesso sembrava di essere su delle carrarecce, anche se a volte queste strade vengono pomposamente chiamate “autostrade” e restano la principale via di comunicazione tra Estonia e Lettonia.
Ai nostri occhi Riga si presenta come la più caotica delle città viste finora (e manterrà questo primato fino alla fine del viaggio): è una città molto estesa, con una Città Vecchia molto più grande di quella di Tallinn e una periferia molto vasta. Ed è proprio in un quartiere periferico, a circa 3 km dal centro, che troviamo un ottimo ostello, il quale è situato all’interno di un dormitorio per studenti universitari che, quando chiude i battenti nei mesi estivi, viene utilizzato per accogliere viaggiatori stranieri. La struttura è ben tenuta e le piccole comodità che troviamo (bagni puliti, internet gratuito, possibilità di usufruire del servizio lavanderia) ci fanno dimenticare il fatto che per raggiungere il centro occorre fare circa 3 km! Tuttavia scopriamo che l’ostello è ben servito dai mezzi pubblici e che quest’ultimi, con nostra grande sorpresa, restano operativi tutta la notte.
I 4 giorni trascorsi a Riga ci consentono di ammirare questa bellissima capitale baltica, la quale offre ai visitatori scorci suggestivi e angoli dai quali ammirare in pace e tranquillità le meraviglie architettoniche della città, prima fra tutte la Cattedrale, situata nel centro della Città Vecchia. Inoltre una delle attività più piacevoli e interessanti da svolgere a Riga è quella di camminare spensierati senza una meta precisa all’interno del centro storico: ci si può all’improvviso trovare di fronte a una piccola chiesa cattolica con la facciata riccamente decorata, si può trovare un piccolo ristorante che si affaccia su di una piazza non indicata dalle guide con tanto di violinisti che allietano il banchetto, si può sorseggiare una birra seduti in riva al fiume e numerose altre attività che consentono di staccare la spina dalla frenetica vita lavorativa quotidiana e che consentono di scoprire dei luoghi che magari risulterebbe difficile da notare se si gira la città in gruppi organizzati o come degli stacanovisti che devono per forza vedere tutti i luoghi indicati dalla guida turistica cui fanno riferimento.

ingresso nella città vecchia di Riga

La vita notturna si svolge quasi esclusivamente all’interno della Città Vecchia, dove è facile trovare ottimi ristoranti con prezzi modici, pub, concerti all’aperto di gruppi della zona e discoteche, molto frequentate dai giovani del posto oltre che dai turisti.
Le bellezze architettoniche di Riga non ci impediscono, tuttavia, di organizzare una piccola gita in giornata a Jurmala, una zona costiera a circa 20 km dalla capitale che è chiamata la “spiaggia di Riga”. Non si tratta di un vero e proprio paese di mare dai confini ben definiti, quanto piuttosto di una serie di località e frazioni composte ognuna da qualche casa e alcuni alberghi che si sono unite sotto il nome di Jurmala e che offrono la possibilità di godersi una giornata di mare e relax a poca distanza dalla capitale.


7 agosto 2005 - Klaipeda

Avendo preventivato Riga come unica sosta in Lettonia, proseguiamo il nostro viaggio verso sud fino a varcare il confine con la Lituania e raggiungere la cittadina marittima di Klaipeda, che è il centro principale, insieme alla più turistica Palanga poco più a nord, della costa lituana. Di fronte alla città si staglia fragile e imponente al tempo stesso la famosa Penisola della Curlandia, una sottile striscia di terra lunga circa 100 km e larga 2 che parte dal territorio della Repubblica Russa di Kaliningrad e prosegue verso nord costeggiando le spiagge lituane. Circa la metà della penisola è territorio lituano ed è ricca di turisti, in prevalenza tedeschi, che la raggiungono per poter ammirare il parco naturale e le famose dune di sabbia, le quali, grazie alla loro considerevole altezza, proteggono la parte orientale della penisola, cioè quella parte dove sono sorti i pochi centri abitati, dal vento e dalla mareggiate che battono con frequenza la costa occidentale. Il centro abitato principale della Curlandia è il paese di Neringa (detto anche Nida), che sorge a poca distanza dalla frontiera con la Russia.

tutti tranne me a Neringa (Curlandia)

Una vista da sogno verso la costa lituana, lo splendore del paesaggio circostante fatto di foreste e dune che si alternano con armonia, le villette colorate e i piccoli alberghi sulla costa ci ripagano ampiamente della levataccia mattutina e della scarpinata fatta per raggiungere questa località, la quale, così come Klaipeda, risente fortemente dell’influenza tedesca nella sua architettura e nella sua urbanistica (è opportuno ricordare che durante il secondo conflitto mondiale la città di Klaipeda venne assoggettata al Terzo Reich e prese il nome di Memel).
Decidiamo di restare un paio di giorni a Klaipeda, in modo tale da poter visitare bene la Curlandia grazie ad un comodo servizio di noleggio bici e avere comunque un po’ di tempo per vedere la cittadina e soprattutto per poter gustare il buon cibo locale in trattorie tipiche che, come è costume in questa parte d’Europa, producono anche dell’ottima birra artigianale che viene servita in boccali di legno finemente decorati.

tutti insieme...a 30m dalla frontiera russa


9 agosto 2005 - Siauliai

Abbandoniamo la costa lituana e ci dirigiamo verso la città di Siauliai, conosciuta in tutto il mondo per via della sua tristemente famosa “Collina delle Croci”. La città non ha molto da offrire e il centro è costituito da un paio di strade pedonali che si incontrano in una piccola piazza con pochi luoghi per mangiare e ancor meno pub. Se al tutto si aggiunge il fatto che l’ostello è lontano dal “centro” e male servito dai mezzi pubblici e che il tempo è sempre piovoso (ma a volte tira anche un vento non indifferente…), si intuisce il motivo per il quale, dopo la visita alla Collina delle Croci, saltiamo sul primo pullman disponibile alla volta della città seguente nella speranza che sia meno desolante!
Un discorso a parte merita la Collina delle Croci, luogo simbolo delle sofferenze patite dal popolo lituano durante i decenni di occupazione sovietica. Decine di migliaia (ma anche di più… crediamo sia impossibile contarle tutte!) di croci più o meno imponenti, più o meno riccamente decorate, più o meno complesse dal punto di vista costruttivo ricoprono totalmente la superficie di questa collina che sorge a circa 10 km dal città di Siauliai.

particolare della Collina delle Croci

Veniamo a sapere che la storia di questo luogo è molto antica e risale a prima dell’inizio della diffusione del cristianesimo nella zona del Baltico. Si narra che anticamente le genti della zona ponessero su questa collina delle croci al fine di propiziare la stagione agricola e per augurarsi, con l’aiuto divino, un periodo di pace e prosperità. Con l’avvento della religione cristiana e la conversione della popolazione lituana, le croci vennero ad assumere un significato sempre più religioso e la collina divenne meta di pellegrinaggi e il più importante luogo di culto cristiano nella regione. Durante l’occupazione sovietica, il sito divenne l’emblema della fierezza nazionalista dei lituani, che, nonostante i divieti imposti dagli occupanti e le ripetute operazioni di spianamento della collina, piantavano le croci sia per via del sentimento religioso, sia per dimostrare ai russi che non si sarebbero mai piegati alla dominazione straniera.
In questo luogo affascinante e ricco di storia si respira l’aria del tempo che è stato e, se ci si ferma a riflettere in silenzio, magari fissando le serie di 8 lapidi che recano tutte il medesimo cognome (impossibile non pensare ai “nostri” sette fratelli Cervi), su cosa sia stato quel tempo per gli abitanti di questa nazione, viene quasi automaticamente da chiedersi cosa noi avremmo fatto al loro posto in determinate situazioni. L’unica risposta che siamo riusciti a darci è quella di sperare di non doverci mai venire a trovare in simili situazioni e quindi non doverci mai dare risposte di questo genere…


10 agosto 2005 - Kaunas

La nostra ultima tappa , prima della full immersion nella capitale lituana, è la città di Kaunas, la quale si trova a circa 100 km da Vilnius. Essa ci fa quasi subito una bella impressione, anche grazie al fatto che l’ostello che abbiamo trovato sorge in pieno centro e si affaccia sulla principale via pedonale della città (anche se è un po’ “spartano”, per usare un eufemismo…) e forse anche perché l’ultimo ricordo che abbiamo è quello di Siauliai. Il centro abitato di Kaunas è molto antico e attorno al castello, di cui sono visibili solo un tratto di mura e un paio di torri ricostruite in tempi moderni, si è sviluppata la Città Vecchia, con le sue piazze ben curate e i suoi vicoli caratteristici.

castello di Kaunas

Con il passare dei secoli, la città si è ampliata fino a divenire quella che è oggi e si è sviluppata una zona del centro abitato che è detta Città Nuova. Le due “città” sono collegate da una lunga strada pedonale di alcuni chilometri che, con i suoi negozi, i suoi ristoranti e i suoi ben forniti centri commerciali, funge da arteria principale per il flusso di turisti e abitanti del luogo che scorre ininterrotto dalle prime ore del mattino fino a tarda sera.


12 agosto 2005 - Vilnius

Per concludere in bellezza il viaggio non c’è niente di meglio di dedicare qualche giorno a Vilnius, l’antica e meravigliosa capitale della Lituania.

Vilnius_gesto scaramantico della tradizione lituana

Dopo esserci sistemati in un ostello fortunatamente non troppo distante dal centro, decidiamo di immergerci immediatamente nel clima della città, per cui, essendo ormai sera, optiamo per un ristorante di cucina tipica lituana, giusto per provare qualche specialità del luogo… viviamo così un’esperienza che potremmo definire… “particolare”, un po’ anche per colpa di alcuni di noi, i quali, presi da giovanile entusiasmo, si sono un po’ troppo avventurati in piatti particolari (chi vi scrive ha avuto il “piacere” di gustare un orecchio di maiale, che, vi posso assicurare, non è così buono come potrebbe sembrare!). Tuttavia il problema culinario della prima sera non si ripete le sere seguenti, dato che scegliamo locali meno folkloristici!
Vilnius, a nostro parere, ci sembra da subito la capitale più bella delle tre viste, in quanto presenta una parte vecchia affascinante come quella di Tallinn e, pur essendo grande quasi quanto Riga, offre una periferia meno degradata e più vivibile: in pratica per l’ennesima volta ci rendiamo conto di come la Lituania, rispetto a Lettonia ed Estonia, sia una nazione più ricca e più europeggiante. L’unica pecca, a mio avviso, è quella relativa alla pressoché inesistenza di una zona pedonale nel centro città, o meglio, della presenza di una zona pedonale troppo piccola rispetto alle dimensioni del centro storico e anche il relazione alle zone pedonali dei centri storici delle altre due capitali.

ennesimo tributo di Ciars al grande Frank Zappa a Vilnius

Ciò nonostante, girovagare per la parte vecchia di Vilnius offre momenti di relax e spunti di interesse storico e culturale: chi si avventura per queste strade si trova immerso in un mondo fatto di banchi di venditori ambulanti di monili creati con la tipica ambra baltica, nonché di immancabili cimeli dell’ex URSS e di ancora più immancabili matrioske, di suonatori di strada, che hanno il potere di smettere di suonare giusto un attimo prima di diventare irritanti per la gente attorno (sesto senso?!?), e di eccellenti opere architettoniche, quali la Cattedrale di San Casimiro o il palazzo dell’Università, con i suoi 12 cortili interni collegati da tutta una serie di elaborati passaggi.
Vilnius è famosa anche per essere una città che presenta, al suo interno, una… repubblica: la “Repubblica di Uzupius”.

alla 'frontiera' con la Repubblica di Uzupius

Si tratta di un quartiere della capitale i cui abitanti, in prevalenza artisti e intellettualoidi di varia provenienza, hanno deciso di costituirsi cittadini di una nuova repubblica il cui motto è “non combattere, non difenderti, non arrenderti”. La festa nazionale è il primo di Aprile e in quest’occasione, chi entra in Uzupius può avere il piacere di farsi controllare il passaporto da guardie di frontiera vestite in modo buffo e anticonvenzionale. Per i turisti è facile anche diventare cittadini temporanei di questa repubblica: basta consumare qualcosa in un locale, il “Kavine Uzupius”, il quale sorge sulle rive del fiume che attraversa Vilnius e che è chiamata dagli abitanti del quartiere, non senza una buona dose di autoironia, “terrazza sul mare”.

Osio, Zak,Ciars, Kalos e...l'angelo di Uzupius visti dal basso

Se a tutto ciò che è stato detto si aggiunge anche il fatto che la vita notturna della città è molto sviluppata, con numerosi locali e discoteche, si capisce come mai Vilnius ci abbia colpito in maniera così particolare e ci sia rimasta così tanto nel cuore.


16 agosto 2005 - Fine del viaggio

Aeroporto di Vilnius, ore 08:00.

la stanchezza mi assale...

Il volo per il ritorno sta quasi per decollare… il tempo del girovagare è ormai finito! Ritornare a casa fa sempre piacere, ma in questo caso partiamo con un po’ di amaro in bocca, dato che in questa parte d’Europa ci siamo trovati particolarmente a nostro agio. Qualche rammarico, inoltre, è dovuto al fatto che, per via di problemi burocratici, non abbiamo avuto la possibilità di visitare San Pietroburgo. Nonostante ciò partiamo contenti di questo viaggio e delle esperienze di vita che abbiamo fatto e che ci porteremo dentro per sempre e che potranno tornarci utili nei prossimi viaggi da girovaghi che faremo nei prossimi anni, insieme o da soli, in Europa o nel mondo, fino a quando la nostra sete di conoscenza e la nostra curiosità non saranno esaurite.

 


Alcuni consigli per i viaggiatori:

Ecco una serie di consigli che ci sentiamo di dare a chi vuole intraprendere un viaggio simile al nostro:

1)      Portarsi sempre il passaporto: anche  se ufficialmente non sarebbe necessario, la mentalità sovietica amante della burocrazia tarda a svanire, quindi con il passaporto si è sempre più ben visti!

2)      Se ci si sposta in pullman occorre prepararsi a “viaggi della speranza” su strade non proprio ben tenute, specialmente nell’interno di Lettonia e Lituania

3)      Se si è intenzionati a visitare zone dell’interno non troppo battute dai turisti, occorre non dimenticare di mettere nello zaino anche molto spirito di adattamento, dato che il concetto di comfort degli abitanti del luogo non è esattamente uguale al nostro!

4)      Nelle capitali se parlate inglese venite quasi sempre capiti e lo stesso vale per gli ostelli. Nelle zone dell’interno, invece, a volte è quasi meglio non saper bene l’inglese e cercare di farsi capire usando la mimica. Nella zona di Klaipeda siete ben visti se parlate tedesco per via della storia del luogo.

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