Estonia - Lettonia- Lituania |
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Diario di viaggio |
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di Marco (Osio) |
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30 luglio 2005 - TALLINN Dopo una traghettata di diverse ore giungiamo a Tallinn verso le 11:00 del mattino (eravamo partiti da Stoccolma alle 18:00 del giorno precedente).
La
capitale dell’Estonia si presenta ai nostri occhi come una vivace città
ricca di colori e scorci caratteristici e i suoi abitanti si mostrano molto
cortesi e disponibili nel darci informazione riguardo gli ostelli e gli
affittacamere presenti in città. Quando parli con un cittadino di Tallinn e
contemporaneamente ripensi a cosa ha sofferto negli ultimi decenni la
popolazione dei Paesi Baltici, ti rendi conto di come questa gente abbia un
forte senso di appartenenza alla propria terra, di come sia legata alle
proprie origini, alle proprie tradizioni e di come voglia fortemente
svilupparsi ed integrarsi pienamente in Europa.
Dopo due giorni di sosta a Tallinn, appurato che la città l’abbiamo visitata praticamente tutta, decidiamo di darci per qualche giorno alla vita di mare e quindi facciamo rotta verso la costa sud-occidentale dell’Estonia e più precisamente verso la città costiera di Parnu. 1 agosto 2005 - PARNU Giungiamo a Parnu dopo circa 3 ore di pullman attraverso l’entroterra estone.
Il viaggio ci permette sia di farci un’idea di come sia la vita della
popolazione che non risiede nella capitale sia di ammirare il bellissimo
panorama di foreste che ci accompagna per la quasi totalità del tragitto:
lunghe file da alberi corrono ai margini della strada e si interrompono
solamente per permettere al viaggiatore di ammirare le fattorie isolate, di
osservare le mandrie di mucche e cavalli che pascolano in libertà e di
rilassarsi e godere appieno delle gioie che un paesaggio bucolico un po’
selvaggio può fornire allo spirito di chi è abituato a vivere in città
caotiche, rumorose e trafficate.
La spiaggia di sabbia finissima corre per diversi chilometri e consente ai
turisti di godere sia di spazi tranquilli sia di zone di divertimento, con
campi di beach volley, di calcetto e una piscina con scivoli. Dalla spiaggia
si ammira il panorama del golfo di Parnu, che si estende tutto attorno alla
piccola città.
3 agosto 2005 - Riga La tappa seguente del nostro viaggio nei Paesi Baltici è la grande capitale
della Lettonia: Riga.
La vita notturna si svolge quasi esclusivamente all’interno della Città
Vecchia, dove è facile trovare ottimi ristoranti con prezzi modici, pub,
concerti all’aperto di gruppi della zona e discoteche, molto frequentate dai
giovani del posto oltre che dai turisti. 7 agosto 2005 - Klaipeda Avendo preventivato Riga come unica sosta in Lettonia, proseguiamo il nostro viaggio verso sud fino a varcare il confine con la Lituania e raggiungere la cittadina marittima di Klaipeda, che è il centro principale, insieme alla più turistica Palanga poco più a nord, della costa lituana. Di fronte alla città si staglia fragile e imponente al tempo stesso la famosa Penisola della Curlandia, una sottile striscia di terra lunga circa 100 km e larga 2 che parte dal territorio della Repubblica Russa di Kaliningrad e prosegue verso nord costeggiando le spiagge lituane. Circa la metà della penisola è territorio lituano ed è ricca di turisti, in prevalenza tedeschi, che la raggiungono per poter ammirare il parco naturale e le famose dune di sabbia, le quali, grazie alla loro considerevole altezza, proteggono la parte orientale della penisola, cioè quella parte dove sono sorti i pochi centri abitati, dal vento e dalla mareggiate che battono con frequenza la costa occidentale. Il centro abitato principale della Curlandia è il paese di Neringa (detto anche Nida), che sorge a poca distanza dalla frontiera con la Russia.
Una vista da sogno verso la costa lituana, lo splendore del
paesaggio circostante fatto di foreste e dune che si alternano con armonia,
le villette colorate e i piccoli alberghi sulla costa ci ripagano ampiamente
della levataccia mattutina e della scarpinata fatta per raggiungere questa
località, la quale, così come Klaipeda, risente fortemente dell’influenza
tedesca nella sua architettura e nella sua urbanistica (è opportuno
ricordare che durante il secondo conflitto mondiale la città di Klaipeda
venne assoggettata al Terzo Reich e prese il nome di Memel).
9 agosto 2005 - Siauliai Abbandoniamo la costa lituana e ci dirigiamo verso la città di Siauliai,
conosciuta in tutto il mondo per via della sua tristemente famosa “Collina
delle Croci”. La città non ha molto da offrire e il centro è costituito da
un paio di strade pedonali che si incontrano in una piccola piazza con pochi
luoghi per mangiare e ancor meno pub. Se al tutto si aggiunge il fatto che
l’ostello è lontano dal “centro” e male servito dai mezzi pubblici e che il
tempo è sempre piovoso (ma a volte tira anche un vento non indifferente…),
si intuisce il motivo per il quale, dopo la visita alla Collina delle Croci,
saltiamo sul primo pullman disponibile alla volta della città seguente nella
speranza che sia meno desolante!
Veniamo a sapere che la storia di questo luogo è molto antica e
risale a prima dell’inizio della diffusione del cristianesimo nella zona del
Baltico. Si narra che anticamente le genti della zona ponessero su questa
collina delle croci al fine di propiziare la stagione agricola e per
augurarsi, con l’aiuto divino, un periodo di pace e prosperità. Con
l’avvento della religione cristiana e la conversione della popolazione
lituana, le croci vennero ad assumere un significato sempre più religioso e
la collina divenne meta di pellegrinaggi e il più importante luogo di culto
cristiano nella regione. Durante l’occupazione sovietica, il sito divenne
l’emblema della fierezza nazionalista dei lituani, che, nonostante i divieti
imposti dagli occupanti e le ripetute operazioni di spianamento della
collina, piantavano le croci sia per via del sentimento religioso, sia per
dimostrare ai russi che non si sarebbero mai piegati alla dominazione
straniera. 10 agosto 2005 - Kaunas La nostra ultima tappa , prima della full immersion nella capitale lituana, è la città di Kaunas, la quale si trova a circa 100 km da Vilnius. Essa ci fa quasi subito una bella impressione, anche grazie al fatto che l’ostello che abbiamo trovato sorge in pieno centro e si affaccia sulla principale via pedonale della città (anche se è un po’ “spartano”, per usare un eufemismo…) e forse anche perché l’ultimo ricordo che abbiamo è quello di Siauliai. Il centro abitato di Kaunas è molto antico e attorno al castello, di cui sono visibili solo un tratto di mura e un paio di torri ricostruite in tempi moderni, si è sviluppata la Città Vecchia, con le sue piazze ben curate e i suoi vicoli caratteristici.
Con il passare dei secoli, la città si è ampliata fino a divenire quella che è oggi e si è sviluppata una zona del centro abitato che è detta Città Nuova. Le due “città” sono collegate da una lunga strada pedonale di alcuni chilometri che, con i suoi negozi, i suoi ristoranti e i suoi ben forniti centri commerciali, funge da arteria principale per il flusso di turisti e abitanti del luogo che scorre ininterrotto dalle prime ore del mattino fino a tarda sera. 12 agosto 2005 - Vilnius Per concludere in bellezza il viaggio non c’è niente di meglio di dedicare qualche giorno a Vilnius, l’antica e meravigliosa capitale della Lituania.
Dopo esserci sistemati in un ostello fortunatamente non troppo distante dal
centro, decidiamo di immergerci immediatamente nel clima della città, per
cui, essendo ormai sera, optiamo per un ristorante di cucina tipica lituana,
giusto per provare qualche specialità del luogo… viviamo così un’esperienza
che potremmo definire… “particolare”, un po’ anche per colpa di alcuni di
noi, i quali, presi da giovanile entusiasmo, si sono un po’ troppo
avventurati in piatti particolari (chi vi scrive ha avuto il “piacere” di
gustare un orecchio di maiale, che, vi posso assicurare, non è così buono
come potrebbe sembrare!). Tuttavia il problema culinario della prima sera
non si ripete le sere seguenti, dato che scegliamo locali meno folkloristici!
Ciò nonostante, girovagare per la parte vecchia di Vilnius offre momenti di
relax e spunti di interesse storico e culturale: chi si avventura per queste
strade si trova immerso in un mondo fatto di banchi di venditori ambulanti
di monili creati con la tipica ambra baltica, nonché di immancabili cimeli
dell’ex URSS e di ancora più immancabili matrioske, di suonatori di strada,
che hanno il potere di smettere di suonare giusto un attimo prima di
diventare irritanti per la gente attorno (sesto senso?!?), e di eccellenti
opere architettoniche, quali la Cattedrale di San Casimiro o il palazzo
dell’Università, con i suoi 12 cortili interni collegati da tutta una serie
di elaborati passaggi.
Si tratta di un quartiere della capitale i cui abitanti, in prevalenza artisti e intellettualoidi di varia provenienza, hanno deciso di costituirsi cittadini di una nuova repubblica il cui motto è “non combattere, non difenderti, non arrenderti”. La festa nazionale è il primo di Aprile e in quest’occasione, chi entra in Uzupius può avere il piacere di farsi controllare il passaporto da guardie di frontiera vestite in modo buffo e anticonvenzionale. Per i turisti è facile anche diventare cittadini temporanei di questa repubblica: basta consumare qualcosa in un locale, il “Kavine Uzupius”, il quale sorge sulle rive del fiume che attraversa Vilnius e che è chiamata dagli abitanti del quartiere, non senza una buona dose di autoironia, “terrazza sul mare”.
Se a tutto ciò che è stato detto si aggiunge anche il fatto che la vita notturna della città è molto sviluppata, con numerosi locali e discoteche, si capisce come mai Vilnius ci abbia colpito in maniera così particolare e ci sia rimasta così tanto nel cuore. 16 agosto 2005 - Fine del viaggio Aeroporto di Vilnius, ore 08:00.
Il volo per il ritorno sta quasi per decollare… il tempo del girovagare è ormai finito! Ritornare a casa fa sempre piacere, ma in questo caso partiamo con un po’ di amaro in bocca, dato che in questa parte d’Europa ci siamo trovati particolarmente a nostro agio. Qualche rammarico, inoltre, è dovuto al fatto che, per via di problemi burocratici, non abbiamo avuto la possibilità di visitare San Pietroburgo. Nonostante ciò partiamo contenti di questo viaggio e delle esperienze di vita che abbiamo fatto e che ci porteremo dentro per sempre e che potranno tornarci utili nei prossimi viaggi da girovaghi che faremo nei prossimi anni, insieme o da soli, in Europa o nel mondo, fino a quando la nostra sete di conoscenza e la nostra curiosità non saranno esaurite.
Alcuni consigli per i viaggiatori: Ecco una serie di consigli che ci sentiamo di dare a chi vuole intraprendere un viaggio simile al nostro: 1) Portarsi sempre il passaporto: anche se ufficialmente non sarebbe necessario, la mentalità sovietica amante della burocrazia tarda a svanire, quindi con il passaporto si è sempre più ben visti! 2) Se ci si sposta in pullman occorre prepararsi a “viaggi della speranza” su strade non proprio ben tenute, specialmente nell’interno di Lettonia e Lituania 3) Se si è intenzionati a visitare zone dell’interno non troppo battute dai turisti, occorre non dimenticare di mettere nello zaino anche molto spirito di adattamento, dato che il concetto di comfort degli abitanti del luogo non è esattamente uguale al nostro! 4) Nelle capitali se parlate inglese venite quasi sempre capiti e lo stesso vale per gli ostelli. Nelle zone dell’interno, invece, a volte è quasi meglio non saper bene l’inglese e cercare di farsi capire usando la mimica. Nella zona di Klaipeda siete ben visti se parlate tedesco per via della storia del luogo. |