15°TAPPA: LAGUNA DI BACALAR
23/01/’04
Eravamo indecisi se andare a Cayo Caulker, in Belize, oppure a Punta Allen.
Poi Giorgio ci ha scritto che aveva sentito parlare di questa laguna, così
ci siamo fermati qui. Siamo nell’unico hotel che c’è sulla laguna, il posto
è bello, molto romantico ma non c’è nessuno.
A piedi siamo arrivati fino al cenote azul, ma domattina ripartiamo,
mi sa che andiamo in Belize. Non voglio tornare a Pesaro!
16°TAPPA: CAYE CAULKER/BELIZE
25/01/’04
Eravamo indecisissimi sino alla mattina, se prendere l’autobus sul lato
destro verso sud o sinistro verso il nord. Abbiamo deciso di continuare
all’avventura: così da davanti l’hotel Laguna a Bacalar prendiamo un bus
locale fino Chetumal (13 pesos a persona): sembrava avessimo portato
scompiglio dentro l’autobus con i nostri due zaini dentro questo pulmino
piccolino. A Chetumal abbiamo preso un taxi fino al Mercato Nuevo (9 pesos)
e da lì un autobus (quelli lunghi tipo schoolbus gialli) fino a Belize City.
Abbiamo passato la frontiera e appena entrati in Belize abbiamo capito di
aver fatto la scelta giusta.
Dal finestrino si vedevano solo casette, quelle tipiche coloniali inglesi su
palafitte con la scaletta sul davanti, persona nere, rasta, villaggi.
Arrivati a Belize City con un taxi siamo arrivati all’imbarco per Caye
Caulker (18 pesos beliziani), un’ora di barca e poi eccoci.
Un villaggio di rasta, musica reggae, senza macchine, solo biciclette e
macchinine elettriche da golf. Una piccola Giamaica. Il posto di Andri. Qui
parlano inglese.
Sembra di essere nel video di Ben Harper “With my own two hands”.
Siamo arrivati ieri pomeriggio.
Subito abbiamo provato l’aragosta poi, dopo il tramonto, abbiamo fatto una
birra in un baretto “Dave’s” e la sera abbiamo mangiato pasta.
Oggi invece abbiamo fatto un’escursione in barca a vela alla barriera
corallina che c’è qui davanti l’isola. Prima abbiamo fatto snorkelling, poi
abbiamo nuotato in mezzo ad un gruppo di mante e squaletti neri. Steve, il
grosso proprietario della barca, ci ha cucinato un pranzetto delizioso:
aragosta impanata con delle verdure e fritta, accompagnata da riso alle
verdure e ananas.
Il tramonto l’abbiamo visto dalla punta nord dell’isola, lo “Split”. Per la
sera abbiamo invece avuto un invito a cena, a mangiare pesce appena pescato
da un signore italiano. Abbiamo cenato da “Wish Willy”, o meglio lui ha
cotto il pesce per noi.
Adesso sono qui fuori della nostra “casetta”, che cerco di scacciarmi le
zanzare, e con questa brisa che mi farebbe star qui all’infinito.
|
Caye Caulker |
27/01/’04
Il viaggio sta per concludersi: non ho per niente voglia di tornare alla
vita “normale”, di cercare lavoro (non credo proprio che tornerò all’Eden,
voglio fare altre esperienze).
Sono felice solo di rivedere Lorenzo, chissà quanto sarà cresciuto…
Ieri abbiamo fatto l’escursione full day con Carlo’s Tours al parco marino
di Hol Chan. Su un motoscafo abbiamo percorso circa trequarti d’ora per
arrivare alla riserva a fare snorkelling. L’istruttore ci indicava i vari
pesci, aragoste, granchi. Poi abbiamo pranzato a S. Pedro, e ci siamo
fermati in un altro punto: era pienissimo di mante, l’ ho anche accarezzata…
e c’era un branco di squali nutrice che nuotavano lì…
Ieri sera ero cotta. Abbiamo mangiato una bistecca di barracuda e poi sono
“svenuta” come mio solito.
Oggi siamo rimasti qui sull’isola. Abbiamo giocato un po’ a basket
nell’unico campetto di fronte all’oceano. Nel pomeriggio abbiamo affittato
due bici e siamo arrivati fino alla punta sud dell’isola, dove è
praticamente selvaggia e disabitata, solo mangrovie e palme.
Adesso Andri vuole riandare a fare un altro aperitivo: è instancabile!
28/01/’04
Sta finendo.
Oggi giornata strana: nuvoloso, cielo coperto, vento, pioggerellina.
Cosa si fa in un villaggio di tre strade e largo mezzo kilometro??? Niente.
Si inizia a passeggiare e si attende ciò che ti può accadere.
Una nuova conoscenza, una situazione, una parola che ti può cambiare da un
momento all’altro la giornata.
Abbiamo passato il pomeriggio in compagnia di una coppia di Arezzo (Mauro e
Alessia).
Lui è veramente fuori di testa. Un tipo che se lo vedessi in giro direi “Ma
guarda questo…”, un harleyista, cicciotto, con accento un po’ romano e senza
peli sulla lingua.
Verso le sei siamo tornati in camera e ci siamo addormentati fino le 8:45.
Cena veloce (sto facendo “scorpacciate” di aragoste!) e poi io sono voluta
tornare mentre Andri avrebbe avuto voglia di stare ancora in giro. Il fatto
è che oggi ho il corpo praticamente coperto di bolle credo per il sole e per
le punture di zanzare.
30/01/’04
Siamo davanti la nostra casetta a ricordare le varie emozioni e sensazioni
di quest’avventura…tutto sembra già lontano.
Come facciamo a tornare?
Oggi bella giornata di sole. Abbiamo fatto l’escursione ai Manatee
(lamantini, tipo elefanti marini in via d’estinzione). Poi a Golf Island,
una piccolissima isoletta deserta di sabbia bianca e palme. L’acqua qui in
Belize è in assoluto la più bella che abbiamo mai visto…tanti colori,
azzurro, blu, verde, trasparente…
Ieri invece era brutto, ha piovuto tutta la mattina, mentre nel pomeriggio
si è schiarito. Abbiamo noleggiato un kajak. Poi stavamo cominciando con gli
aperitivi all’Hierbal Tribe e sono arrivati i due ragazzi di Arezzo. Abbiamo
cenato lì con vino e aragosta alla griglia.
Lui è veramente fuori…ci ha fatto morir dal ridere. Raccontava a tutto
andare barzellette col suo spagnolo a quelli del posto, che ridevano ma
credo non capissero niente di ciò che diceva. Abbiamo passato la serata
così, a ridere. Poi la festa si è spostata a casa di un ragazzo americano
che vive qui: c’erano americani, tedeschi, beliziani. Ci siamo divertiti.
I nostri amici ci stanno mandando sms di continuo, ci fa piacere sapere che
ci pensano e che manchiamo…però non abbiamo comunque per niente voglia di
tornare in Italia.
Ore 03:38 mattina
Siamo appena rientrati.
Bella notte.
A chiacchierare, anzi direi più ascoltare Steve, il ragazzo muscoloso con
cui abbiamo fatto l’escursione il primo giorno.
“Sono strane e diverse le razze, anzi la gente”
Ci ha introdotto nella loro visione delle cose: lui forse in maniera
esagerata, arrabbiato con tutti i bianchi. E’ convinto che la razza bianca
pensi che i neri siano stupidi.
Quando ci siamo fermati a parlare era veramente alterato con delle inglesi
che aveva conosciuto oggi. Ha parlato tantissimo.
“Before the light there was darkness” – Tutto comincia dal
nero.
E’ cresciuto a Los Angeles e ha detto che faceva parte di una gang. Ci ha
spiegato che a L.A. esistono due gangs: Blood e Crips, una si veste di rosso
e l’altra di nero.
2pac, DrDre, B.I.G. erano dei crips come lui.
Quando Andri gli ha chiesto cosa significa appartenere ad una gang, ha
risposto
“You’re a member, just it is” .
31/01/’04 ore 14:30 circa
Oggi sentiamo uno strano senso si magone, misto ad agitazione.
Ultimo giorno a Caye Caulker, ultimo giorno di “vacanza” perché domani
viaggeremo tutto il giorno per arrivare a Cancun.
Siamo rimasti su quest’isola una settimana: per la strada la gente già ci
riconosce, ci saluta o per nome o “ciao italiano”. Fa piacere. Come tutti i
luoghi del mondo serve tempo per entrare a contatto con la loro vita e ci
vuole però una certa predisposizione a saper accettare e ascoltare ciò che
ti circonda.
Ieri sera Steve che si è aperto così tanto, è una sensazione che credo
ricorderò. Ci ha regalato un polsino con i colori verde, giallo, rosso e ci
ha spiegato il significato: sono i colori simbolo dell’Africa. Verde sta per
“land”, la loro terra; giallo è “gold”, l’ oro del quale l’Africa ne è
ricca; rosso è “blood”, il sangue delle persone morte per colpa dei bianchi
che andavano a cercare l’oro nella loro terra. Manca il nero che è il quarto
colore: loro però non ne hanno bisogno perché sono neri.
E Andri gli ha detto: “Anche lei è come voi perché “she has a black soul”.
Andrea e Silvia
|