“ CUANDO HAYAMOS TALADO EL ULTIMO ARBOL;
SECADO EL ULTIMO RIO;
PESCADO EL ULTIMO PEZ;
NOS DAREMOS CUENTA QUE EL DINERO NO SE COME.”
1°TAPPA: ISLA MUJERES
04/12/’03 ore 8:30
Abbiamo già fatto colazione e ci stiamo preparando per andare ad esplorare
l’isola in bicicletta.
L’arrivo è stato “pesante”… quasi 24 ore di viaggio, due cambi nel volo, il
mio zaino che non c’era al nostro arrivo a Cancùn, e poi pioveva…
Però ne è valsa la pena: Isla Mujeres è splendida: piccola, colorata,
allegra, spiaggia bianchissima …
L’ostello dove siamo, il Poc-Na Hostel, è molto carino, c’è gente di tutte
le nazionalità: tanti americani, norvegesi, ecc….
Abbiamo conosciuto, la prima sera, Eric, un ragazzo di Cincinnati-Ohio che
ha deciso di trasferirsi qua…Poi ieri sera un ragazzo di New York (Lee) e
degli inglesi: abbiamo parlato molto inglese anche se mi faccio un po’
ridere da sola…
Ieri abbiamo noleggiato due bici e abbiamo visitato l’isola, ci siamo
fermati su una spiaggetta bianchissima, piena di palme, il mare limpido e
azzurro. Sembrava il paradiso.
Ancora non mi rendo conto di essere in viaggio per due mesi. Sto bene.
Con Andri mi sembra di essere in ogni posto a casa…
Adesso ci prepariamo per andare a Tulum.
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Isla Mujeres - Relax |
2°TAPPA: TULUM
05/12/’03
Sto scrivendo al lume di una candela dentro la nostra cabana al Santa Fe.
Sembra tutto surreale, l’unico rumore che sento è l’infrangersi delle onde
del Mar dei Carabi. La cabana è fatta con tronchi di legno e tetto di foglie
di palme secche. La sabbia è talmente bianca che sembra neve.
E’ una sensazione strana essere così in silenzio, sperduti, senza
elettricità.
Andrea ha appena fatto il bagno al mare solo col chiarore della luna piena.
Non ho la più pallida idea di che ora sia e tutto ciò che dobbiamo fare è
NIENTE…
07/12/’03
Siamo ancora a Tulum, ma abbiamo cambiato cabana, perché ieri notte abbiamo
patito un freddo allucinante!!! Ora siamo da “Armando”, che ha cabanas di
cemento, sperando che non passi l’aria e l’umidità come nell’altra.
Abbiamo comprato una mosquitera, che oltre a essere utile contro gli assalti
di questi fastidiosi insetti, rende la camera molto più romantica.
Sono steso sul letto e ogni tanto guardo fuori attraverso la piccola
finestra della nostra capanna e ciò che vedo è un mare splendido che
lambisce un’infinita distesa di sabbia bianchissima, orlata di palme.
Gli unici rumori che accompagnano le nostre giornate qui sono quello
incessante delle onde, il cantare degli uccelli “sconosciuti” e ora anche un
gruppo di ragazzi che suonano i bonghi.
Il tramonto e l’alba sono due spettacoli stupendi, ma ancora di più
camminare sulla sabbia di notte, quando l’unica fonte luminosa presente, la
luna, rende il paesaggio surreale, quasi mistico.
Ieri abbiamo noleggiato due bici e siamo andati fino al paesino, un insieme
di case che si stende poco più a sud, lungo la statale. Speravamo di
osservare la vita di questa parte di Messico e in un certo senso ci siamo
riusciti, poiché si nota molto meno l’influenza del cosiddetto turismo di
massa, ma non è ancora quello che cerchiamo.
Fino ad ora infatti ci sono mancate le esperienze di contatto diretto con la
gente del posto: i messicani sembrano un po’ riservati, a volte quasi
schivi, ma pur sempre socievoli quando si inizia una conversazione.
Sicuramente sono meno invadenti e insistenti di altri popoli, quando è ora
di venderti qualcosa, al primo No, gracias ti lasciano con un sorriso…Ma
penso anche più difficili da conoscere veramente, almeno in queste zone più
turistiche.
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Tulum - Cabañas Don Armando
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08/12/’03
Sono le 12:11, siamo in spiaggia, il sole scotta, è una splendida giornata.
Andrea ha provato fino adesso ad aprire un cocco per berne l’acqua (non sono
buoni da mangiare, non è stagione), ma non ce l’ ha fatta. Ieri sera sono
stata male, ho sboccato due volte ma non avevo niente nello stomaco: il
pomeriggio verso le 15:30 siamo andati a mangiare un filete a la plancha dai
pescatori ed ho preso un gran freddo, mi si è bloccata la digestione.
Stanotte però ho dormito come un pascià nella nuova cabana di cemento, al
calduccio.
Adesso partiamo, andiamo al Pueblo a prendere l’autobus per Valladolid…
3°TAPPA: VALLADOLID
09/12/’03
Siamo arrivati ieri pomeriggio, abbiamo preso la camera nell’Hotel Maria
Guadalupe per 150 pesos a notte. Per prima cosa siamo andati in lavanderia
perché i vestiti che abbiano usato (sempre gli stessi) cominciavano a far
cattivo odore…quando gli abbiamo ripresi non ci pareva vero l’odore della
biancheria!
10/12/’03
Che spettacolo! Sono seduta di fronte al Castello di Chichen Itza.
Sono riuscita a salire in cima, non pensavo che ce l’avrei fatta, nemmeno
stamattina prima di partire credevo sarei salita fin lassù! E invece si…
sono 91 scalini ripidissimi, per un’altezza di 25 metri…Sono andata su senza
mai guardare né in alto né in basso, poi in cima mi è presa una piccola
crisi per la paura, avevo paura a riscendere. Poi però ce l’ ho fatta grazie
alla corda che c’è per facilitare la discesa.
Le rovine sono grandi, e solo oggi ho sentito un po’ il mistero di questa
cultura.
Sono otto giorni che siamo in Messico e abbiamo già visitato metà Yucatan
(credo).
E’ stata una settimana di approccio a questo nuovo mondo…finora non siamo
riusciti ad avere quel contatto umano con le persone che stiamo cercando…
ALZARSI RIDENDO E’ BELLISSIMO !!
4°TAPPA: MERIDA
11/12/’03
Oggi è stata la prima vera esperienza con i messicani.
Hanno gli occhi sorridenti e gentili ma con un velo di tristezza: sono
poveri, vivono in case vuote con un tavolo, due seggiole e nient’altro, ma
sono sempre gentili.
Abbiamo fatto l’escursione a “Los tres cenotes” con altri due ragazzi di
Rimini che abbiamo conosciuto stamattina nell’ostello. Siamo partiti e
abbiamo preso il combos per Cozama (un’ora circa) che ci ha portato
direttamente dal senor Victor, un signore credo anziano, maya, che vive con
la moglie, e, con un carrettino attaccato al cavallo, ci ha trasportato su
rotaie fino ai cenotes.
Era una sensazione strana, eravamo nel mezzo della giungla chissà dove su un
carrettino, e Victor che ci traduceva i nomi dei cenote dal maya allo
spagnolo. Abbiamo iniziato dall’ultimo che si chiamava Roja Hormiga Madera,
tradotto dal maya. E’ spettacolare, è quello che mi ha colpito di più.
Prima siamo scesi in un buco nel terreno e abbiamo ammirato dall’alto la
grotta. Poi siamo scesi con una scala arrangiata e ci siamo ritrovati
all’interno di questa grotta sotterranea dal cui soffitto scendevano
stalattiti, e c’era l’acqua di un blu profondo, e dove il sole riusciva ad
infiltrarsi l’acqua diventava azzurra e trasparentissima.
C’era silenzio.
Bello.
Poi abbiamo visto gli altri due: il secondo era a 11 metri di profondità dal
terreno e l’acqua nel punto più alto era 14 metri, e c’era gente che vi si
tuffava. Poi l’ultimo, una piscina naturale al buio lunga 60 metri.
Quando siamo ritornati siamo entrati in casa di Victor e abbiamo parlato un
po’ con lui e la moglie. Era un insegnante di lingua maya. Tutto il
villaggio (150 persone) lavorava nell’ unica fabbrica che c’era e che
lavorava l’henequen (agave) con il quale si producono i loro vestiti tipici
colorati. Quando hanno chiuso la fabbrica sono rimasti tutti senza lavoro,
così ora “campano” con noi turisti…
Mi ha toccato. E’ stato il primo contatto con questo popolo..
13/12/’03 ore 14:00
Siamo ancora a Merida, siamo seduti io e Andri al “Juice Bar” per mangiare:
una comida del dia incluye sopa, carne asada con papa y tomate y un refresco
a 25 pesos e un’insalata verde.
Oggi siamo un po’ delusi e nauseati da questa città. Nell’ostello il padrone
testa di cazzo non ci ha restituito la cauzione di 50 pesos perché ieri sera
avevamo una bottiglia di tequila! Inutile ragionarci!
Però ieri abbiamo passato una bella giornata con i due di Rimini ed un
inglese (Daron) che era fuori di testa! Ci siamo fermati in una cantina
tipica messicana ed abbiamo iniziato a bere birra, mentre il cameriere ci
portava di continuo le botanas (stuzzicherie). La sera ci siamo cucinati
gli spaghetti all’amatriciana (buoni), mentre la sera prima avevamo fatto
gli spaghetti alla puttanesca.
Adesso sono le 15:37 e siamo sul Paseo Montejo a rilassarci un po’. C’è poca
gente, i locali sono chiusi, è l’ora della siesta.
Ah, ieri abbiamo anche comprato l’amaca a 150 pesos.
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