Diario di viaggio - Marocco in Bici |
12
settembre 2012 |
Traccia GPS |
I due olandesi ciclo-viaggiatori conosciuti il giorno prima, ci avevano avvisato "da Ouarzazate in poi non c'è nulla per almeno 40 km". Considerando la stagione e il caldo, le persone che usano un po' di logica farebbero tesoro di questa informazione caricandosi delle scorte di acqua sufficienti nelle bisacce, oltre a quelle che normalmente stipiamo nelle due borracce montate sulla bici, ma noi siamo uomini d'istinto, quasi animali ed eccitati d'iniziare il prima possibile la tappa odierna partiamo senza pensare. Cosicché, dopo circa una trentina di km finiamo tutti l'ultimo goccio d'acqua e siamo costretti a chiederla ad una jeep di passaggio. Il nostro salvatore è anche un organizzatore di escursioni nel deserto con base a M'Hamid, la nostra destinazione per questa prima parte di viaggio. Ci siamo promessi di andare a trovarlo fra tre giorni. Comunque il paesaggio è diventato molto interessante, fatto di pietra dal color rosso bruno, pochissima vegetazione e alcuni rilievi rocciosi molto suggestivi. La strada disegna delle linee dritte e quando ci sono le salite comincia a curvare con dei bei tornanti. Finalmente all'orizzonte si vede un piccolo paese prima della salita verso un passo che dobbiamo affrontare. Ci fermiamo al primo bar che vediamo ordinando subito 3 bottiglie da un litro e mezzo che ci scoliamo all'istante e del rinfrescante tè alla menta. Poi altre 3 bottiglie per rimpinguare le nostre riserve da viaggio. La strada verso il passo sale con un unico tornante deciso e pendenze mai esagerate, in poco tempo arriviamo a quota 1650 mt. Quando si sale un passo c'è sempre la curiosità di vedere cosa c'è dall'altra parte e questa volta il paesaggio cambia ancora. La roccia diventa più chiara e dà su l'ocra, il territorio si fa più movimentato, tant'è che costeggiamo un canyon sinuoso fino ad arrivare in una terrazza panoramica che si apre sull'altro versante. Ed ecco che si vede la lingua verde della Valle del Dra, circondata da rilievi rocciosi erosi in forme stravaganti. Scendiamo con molta facilità arrivando per pranzo ad Agdz, la prima cittadina della valle. Ci fermiamo in un ristorante nella piazza principale e sostiamo alcune ore, causa tempi tecnici di preparazione del solito Tajin, sommata ad una visita ad un mercante di souvenir che ci ha obbligati a prendere un tè da lui: alla fine lo ringraziamo comprando tre turbanti/foulard blu tuareg che ci metteremo nel deserto. Dopo una veloce visita ai giardini labirinto che si formano nell'oasi generata dal fiume Dra e un sguardo alla vecchia Kasbah, ci incamminiamo nel tardo pomeriggio costeggiando sempre la valle, piena di palme da dattero e paesini con case di fango che si susseguono. Seguendo le indicazioni della Lonley Planet dopo circa 20 km dovrebbe esserci un paese grazioso, con un ottimo albergo nella Kasbah. Il paese meritava, ma l'albergo non abbiamo potuto valutarlo in quanto era chiuso. Quindi proseguiamo, con il sole che sta calando nella ricerca di un qualsiasi albergo lungo la strada. Passati 100 km in sella e stanchi ormai di pedalare, in un incrocio che porta alla bella zono montuosa del Sahro, troviamo un anonimo hotel. Molto spartano e poco frequentato, non c'era nessun avventore, al punto che il proprietario ci dice che possiamo prendere qualsiasi camera a nostra scelta tra le circa 20 disponibili. Dopo un'attenta analisi di tutte le stanze e un preciso studio di circa mezz'ora che comprendeva nell'ordine pulizia generale, lenzuola, odori vari, stato della rete e del materasso, calore dei muri, areazione, luce esterna e livello del rumore, ci disponiamo in tre diverse stanze. |
video su
youtube della tappa |
Dove abbiamo dormito |
L'Hotel Palmeira si trova esattamente nel bivio stradale tra la strada che porta a M'Hamid e quella che sale verso Rissani attraversando il Djebel Sahro. La descrizione d'insieme già è stata fatta nel racconto della giornata. Da aggiungere soltanto il prezzo 200 Diram a persona (circa 18 euro) per la mezza pensione. Comunque la cena non era male e il giardino era gradevole. |