Diario di viaggio - Marocco in Bici |
10
settembre 2012 |
Traccia GPS |
Questo viaggio è nato da un'idea di Fabio che entrando nel club dei quarantenni ha scelto e pianificato la destinazione. Era dal 2006 che non facevamo assieme un viaggio in bicicletta, in quell'anno facemmo il Cammino di Santiago. Abbiamo
scelto di iniziare il nostro viaggio dal piccolo villaggio di Ait
Ourir,
sia perché l'aereo atterrava in serata e sia
perché non ci piaceva l'idea di iniziare a pedalare nel traffico della
periferia di Marrakech. Quindi abbiamo contrattato un taxi che per 600
dirham (11 dirham - 1 euro) ci ha portato noi e le nostre bici a circa
50
km oltre Marrakech. Sulla carta questa doveva essere la tappa più dura e difficile, avevamo il passo Col de Thicka da attraversare e il dislivello che superava i 2000 metri. Siamo partiti intorno alle 9,30, anche se in tutto il viaggio, ne noi ne i marocchini abbiamo capito che ore fossero esattamente per via di un'ora legale introdotta da poco. L'andatura è stata molto leggera con Fabio che impostava il ritmo di salita: il giusto equilibrio che si deve avere in un ciclo-viaggio senza ossessioni sportive competitive. La salita è stata lunghissima ma mai troppo ripida e faticosa. Ad un primo passo a quota 1650 mt ci siamo fermati per un primo tè alla menta, dei marocchini ci offrono del pane che riceviamo con gratitudine. Lungo il percorso abbiamo ricevuto calorosi incitamenti da parte della gente e questo ci dava la carica per affrontare la salita, che ci siamo goduti metro per metro. Arriviamo al passo, a quota 2260 metri che era già pomeriggio avanzato. A dire il vero il passo non è granché rispetto alla salita vera e propria che offre un paesaggio non indifferente. Una volta scesi dal passo la 'route-map' del viaggio prevedeva la discesa lungo la strada nazionale N9, ma la guida parlava di una strada alternativa, più piccola ma molto suggestiva che si ricongiungeva alla N9 dopo circa 70 km, l'unico dubbio era che parlava di pista e non di strada asfaltata. Quindi ci ritroviamo al bivio con Sandro che voleva fare questa strada, Massimo proseguire per la N9 e Fabio che faceva da ago della bilancia, qui c'era anche un venditore ambulante che ci ha rassicurato del fatto che era tutto asfalto. Alla fine Fabio, soprattutto per sfuggire all'insistenze del venditore ha scelto d'impeto per la deviazione: mai scelta fu più azzeccata. La stradina non era quasi per niente trafficata e la natura veramente suggestiva, ma il meglio doveva venire il giorno dopo. Dopo circa venti km arriviamo al villaggio di Telouet dove prendiamo un piccolo albergo tra le case di fango, suggerito da un marocchino che parlava italiano. Ceniamo divinamente, con il miglior Tajin del viaggio, in un ristorante nella strada principale, consigliatissimo. |
Dove abbiamo dormito | ||||
Ad Ait Ourir abbiamo
dormito all'Hotel Le Coq Hardi spendendo 200 diram (circa 18 euro) mezza pensione. Molto appariscente con
piscina e giardino interno, stanza modesta e appena decente, cibo senza
pretese. |
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