Islanda - Trekking |
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Diario di viaggio |
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Il gruppo trekking Dimensione
Avventura e’ euforico per la partenza che e’ fissata per le 10 o giù di
lì….. abbiamo quindi il tempo di tuffarci nella fantastica pozza d'acqua
calda che si trova accanto al campeggio di LANDMANNALAUGAR, fare una bella
doccia, visto che chissà quando ce ne recapiterà l'occasione, e mangiare
qualcosa. Diamo un'ultima sistemata agli zaini, ingrassiamo le scarpe e
siamo pronti per l'inevitabile foto di gruppo tra le grida di saluto e
incoraggiamento dei nostri compagni di viaggio.
(Marco ci spiega che si
tratta di minerali, rispettivamente rame e ferro, che il magma ha portato in
superficie), distese nere di lava ruvida e increspata e, in lontananza, il
bianco ormai familiare del ghiacciaio. Le nostre macchine fotografiche
continuano a scattare, come impazzite, mentre ci arrampichiamo senza fatica
lungo il sentiero.
Riprendiamo il cammino
lasciandoci alle spalle una serie di laghetti bollenti di uno straordinario
colore tra il celeste e il grigio, che spiccano come pietre preziose nel
verde circostante. Ora la salita si fa più dura, o forse sono i chilometri
che cominciamo ad accumularsi sulle spalle insieme al peso degli zaini. Ma
l'Islanda ci premia ancora una volta con un altro scenario da favola. Appena
"scavallata" la collina, davanti ai nostri occhi un immenso deserto di
ossidiana luccica sotto questo sole ostinato. Le pietre, di ogni forma e
dimensione, brillano come gemme intagliate da una mano sapiente e
misteriosa. Ci lanciamo nella raccolta di souvenir, mentre la Voce della
Natura ci raccomanda di non esagerare. E in effetti, una volta sollevati da
terra e allontanati da quel contesto stregato, i piccoli pezzi di ossidiana
perdono buona parte del loro fascino.
Nel giro di una mezz'oretta siamo di nuovo in marcia, diretti a JOKULHAUS, un punto in cui il ghiacciaio, sciogliendosi, forma una serie di grotte. Per arrivarci dobbiamo anche passare su di un enorme lingua di ghiaccio. Marco va avanti, per saggiarne la consistenza. Dietro di lui, in rigorosa fila indiana, tutti noi stiamo attenti a mettere i piedi sulle sue orme. All'arrivo una sorpresa: il resto del gruppo, con furgoni e fuoristrada, ci ha preceduti di poco. Ci godiamo tutti insieme questo spettacolo mozzafiato. Un'enorme caverna di ghiaccio il cui soffitto è stato scavato da misteriose forze della natura come un panetto di burro, fino a creare un cunicolo alla cui estremità spicca l'azzurro intenso del cielo.
All'uscita della grotta l'acqua,
scorrendo dalla sommità del ghiacciaio, crea una piccola cascata all'interno
della quale, grazie ai raggi di questo sole così poco islandese (ma molto
sardo….), si vede l'arcobaleno. Per noi è tempo di tornare al campo. Sul
grande tavolo di legno posto davanti al rifugio iniziamo la preparazione
della cena. È un trionfo di zuppe, minestrine e risotti liofilizzati. Non
avrei mai creduto che questa roba un giorno mi sarebbe sembrata così
gustosa. È una bella serata, ma dopo cena si alza un venticello freddo che
smorza un po' la nostra voglia di chiacchierare. |
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