Inghilterra del Sud |
Diario di viaggio |
Io ed Antonio ci siamo sposati il 24 settembre 2005 e prima di decidere la meta del nostro viaggio di nozze sono passati diversi mesi, indecisi sulla destinazione da prendere (“destination every where, east or west I don’t care...”), ma a prescindere dall’incertezza eravamo d’accordo su di un punto sin dall’inizio: boicottare crociere e/o classici viaggi organizzati dalle agenzie di viaggio, che appiattiscono l’originalità, la fantasia e l’avventura di costruire qualcosa insieme, che rimarrà per sempre nei ricordi di una coppia. Antonio era già stato due volte in Irlanda (di cui è spassionatamente innamorato) ed una volta in Scozia, così, suggestionati da riviste e racconti di viaggio raccolti su internet, abbiamo optato per la splendida regione della Cornovaglia. Ci siamo fermati 5 giorni a Londra (ci è sembrato doveroso), città sicuramente entusiasmante e vitale, ma il nostro vero viaggio è iniziato il 1° ottobre quando, a bordo della macchina presa a noleggio, siamo partiti alla volta della Cornovaglia. Non avendo prenotato nulla dall’Italia, se non il volo di ritorno, abbiamo creato il nostro itinerario giorno per giorno, facendoci anche dare preziosi suggeririmenti da parte dei proprietari dei B&B dove alloggiavamo. La prima tappa è stata la visita al meraviglioso complesso monumentale di Stonehenge, il più celebre e imponente dell’età neolitica in Europa, dove siamo stati improvvisamente accolti da un gentilissimo acquazzone, tanto intenso quanto repentino, come felice benvenuto e per invogliare il proseguimento del viaggio intrapreso. Abbiamo poi proseguito fino alla città di Bath, molto carina con i suoi viottoli, e la piazza adiacente alla cattedrale che ne fanno un paesino da favola. Decidiamo quindi di trascorrerci la serata per poi riprometterci di tornare l’indomani mattina per scoprire con più calma il suo bel centro. Abbiamo così potuto ammirare le famose terme romane e l’esterno della bella cattedrale gotica. Il museo delle terme è affascinante, si torna indietro di millenni…per la cattedrale, dovremo aspettare il prossimo viaggio in zona in quanto gli orari di visita delle cattedrali sono molto stringati e così non ci permettono di poterla apprezzare anche all’interno. Dopo Bath siamo partiti alla volta di Tintagel, in Cornovaglia. Pensavamo di dover affrontare un estenuante viaggio ed invece, grazie alle precisissime indicazioni del proprietario del BB di Bath, abbiamo impiegato poco più di 2 ore. Tintagel ci ha rapito subito il cuore e gli occhi. Dopo aver lasciato le valigie nel BB “Four Winds”*(una casetta tipicamente inglese di fronte all’oceano, con un giardino curatissimo, così come gli arredamenti delle stanze), pur essendo già quasi al tramonto, ci siamo subito inerpicati su per i sentieri che ci hanno portato dapprima in una chiesetta in cima al colle che domina Tintagel e poi dritti fino alle rovine del castello che la leggenda vuole fosse di Re Artù.
L’impatto con la natura è stato inebriante. Intorno a noi solo le rocce a strapiombo sull’oceano, i gabbiani, l’erica…ed un inatteso sole a riscaldare il forte vento. Il mattino seguente ci siamo diretti a Boscastle, cittadina di pescatori con un antico porticciolo, che nel 2004 è stata devastata da un’improvvisa inondazione, di cui sono ancora evidenti i segni. Abbiamo poi fatto una capatina ad Hartland, più a nord, per visitare il faro, (suggestionati da un racconto di ragazzi intercettato su internet…), ma non siamo rimasti troppo colpiti…abbiamo dovuto anche pagare £2 per poter transitare il sentiero che porta al faro! Da Hartland abbiamo attraversato tutta la Cornovaglia da nord a sud, fino a raggiungere Penzance, cittadina portuale del sud, non particolarmente interessante, ma ci è servita soltanto come sosta logistica per poter visitare i tanti paesini incantevoli nei dintorni. Appena trovato il B&B ci siamo subito diretti a Land’s End, dove siamo arrivati al tramonto, ma siamo stati felici della nostra scelta poiché abbiamo potuto godere di tutto ciò che ci circondava (l’oceano e la brughiera) senza confusione, generata da gruppi di turisti o da negozi di vendita di gadget e chincaglieria varia. Abbiamo infatti notato che il posto è stato trasformato in una sorta di mini parco giochi con ogni genere di negozi, bar, locali, ecc. Il mattino seguente abbiamo deciso di dirigerci verso l’affascinante St. Michael’s Mount ( si può accedere a piedi all’isola dalle 10 alle 17), “gemella” più piccola della famosa Mont Saint Michelle, che permette di essere visitata solo quando la bassa marea scopre il viale di passaggio e concendendo ai visitatori la possibilità di scoprirla.
Ci siamo diretti successivamente a St. Ives e, dietro consiglio della titolare del B&B di Penzance, lungo il tragitto abbiamo visitato altri paesini molto caratteristici affacciati sempre sull’oceano: Mousehole, Lamorna, Porthcurno, Sennen (baia dei surfisti), Zennor. In serata siamo arrivati finalmente a St. Ives, incantevole cittadina da scoprire, girando tra i vicoletti del centro città fino ad arrivare al porticciolo, circondato da ristorantini che offrono ottimi piatti di pesce. Il mattino seguente abbiamo lasciato Penzance, diretti verso ovest. Abbiamo scelto come luogo per il pernottamento Plymouth. Durante il tragitto abbiamo visitato Lizard Point e St Austell, dove si trova “The Eden Project”, un esempio di recupero ambientale che consiste in una cava di argilla abbandonata dove, grazie ad enormi serre, chimata Biomi, vengono riprodotti gli habitat del clima umido Tropicale del Sudamerica, Malesia, Oceania, e del clima Mediterraneo con climi caldi e temperati come quello californiano e sudafricano, mentre tutto intorno vi sono piante che si adattano alle temperature miti della Cornovaglia. Le piante sono state scelte in base alla loro importanza nella storia dei rapporti fra l'umanità e la natura. Dopo aver trascorso la mattinata in questo angolo di paradiso, grazie anche ad una giornata di sole tipicamente “italiana”, abbiamo proseguito, fermandoci a Polperro e a Looe,
altri due paesini portuali, fino a raggiungere Plymouth in tarda serata. Sin dall’arrivo la città non ci è piaciuta, e anche dopo aver raggiunto il centro città, la prima impressione non è stata smentita…una città vuota, poca gente in giro, pochi locali e quasi tutti già chiusi alle 7 di sera. Per la notte seguente abbiamo scelto di fermarci sull’Isola di Wight, dove purtroppo abbiamo assaporato il tipico clima inglese: vento, pioggia e una nebbia che non ci ha permesso di ammirare le stupende coste dell’isola, che oltretutto in questa stagione è piuttosto vuota, mentre in estate è probabilmente una meta turistica, visto l’elevato numero di strutture ricettive, anche di lusso, che abbiamo incontrato (proibitivo il prezzo del traghetto: A/R con macchina al seguito: ben £ 87.00 !!!). Da menzionare la bella scogliera bianca di Alum bay.
Siamo rimasti entusiasti invece della nostra successiva tappa a Brighton, dove, accompagnati nuovamente da un bel sole, abbiamo deciso di pernottare per la notte seguente. La città è colma di giovani studenti, di bei locali, tutti arredati con gusto e stile, di negozi particolari ed originali. Nei nostri ricordi rimarrà sempre la splendida passeggiata notturna lungo il Brighton Pier*, lo sfavillante Royal Pavillion* e, guardandoci attorno, siamo rimasti affascinati alla vista della costa, illuminata dalle luci notturne della città.
Abbiamo voluto continuare la nostra visita di Brighton anche il mattino seguente, per poter ammirare appieno i suoi locali, le sue fantasiose attività commerciali. Abbiamo salutato a malincuore la città per proseguire poi verso Ovest fino a raggiungere Canterbury, ultima tappa prima del ritorno a Londra. Anche quest’ ultima città ci ha lasciato un bellissimo ricordo, sia per la sua cattedrale, sia per la vita che si respira tra le vie del centro storico, affolate, anche qui, da molti giovani. Siamo stati fortunati nel trovare, per la sera stessa, la manifestazione inaugurale del Canterbury Festival (una manifestazione canora a cui hanno partecipato diverse corali di tutte le età a favore e tutela dell’attività agricola nazionale contro le disposizioni UE...).
Al mattino seguente siamo ripartiti alla volta di Londra, accompagnati da uno splendido sole. Ad Antonio risuonavano ancora le parole della titolare del B&B di Penzance, che ai saluti di addio ci aveva augurato di proseguire il viaggio accompagnati dal sole. Il giorno seguente riconsegnavamo la macchina alla Hertz. La mattina dopo, con un enorme groppo alla gola ci imbarcavamo sul pullman per l’aeroporto di Stansted che ci permetteva di vedere un’ultima volta la città di Londra illuminarsi lentamente grazie ad uno splendido sole che, tranne per qualche isolato episodio, ci ha accompagnato per tutto il viaggio. |