Diario di viaggio - Indocina

Vang Vieng

 

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Non è un problema di etichetta in Laos sputare per terra, ruttare, gettare rifiuti dal finestrino o scaccolarsi pubblicamente il naso...Lasciamo Vientiane con un bus sfondato, il percorso è relativamente breve, una ragazza abbastanza carina che siede nei sedili dinnanzi estrae ad un certo punto un uccello morto cotto e se lo rosicchia a partire dalla testa, di tanto in tanto accompagnando il tutto con una manciata di riso bianco...nelle soste per pisciare la gente non si va troppo ad imboscare, il Laos è un posto con ordigni e porcherie di ogni genere lasciate in giro dalla guerra del Vietnam... il viaggio passa abbastanza velocemente e ci ritroviamo a Vang Vieng, città? villaggio? come definirlo? aggregato di abitazioni e ristoranti costruito lungo la famigerata, e finalmente in disuso da molti anni, pista di atterraggio dei servizi segreti americani . E' proprio su questa pista in cemento che dà la vista della nostra stanza con ventilatore; siamo finiti in una guest-house veramente pulita dove si devono lasciare le scarpe giù dalle scale; i pavimenti in cotto brillano come specchi; tenendo presente questa guesthouse si può dire che da noi sarebbe un hotel almeno a tre stelle ma qui spendiamo cinque dollari in tre a notte.

Ci siamo rifocillati in un ristorante indiano mangiando le specialità come i samosa o il pollo tandoori...ci sono molti bar, alcuni dei semplici ristoranti a conduzione familiare, altri tipo pubs che fanno cocktails e happy hours....non manca neppure qui al pomeriggio l' ormai canonico "(fuckin'-everyday-)movie" per lo standard dei turisti stile boyscout cresciuto che si fa le canne..... Chi è già stato a Vang Vieng qualche anno fa dice che è cambiata radicalmente; sono sorte a manetta guesthouses, locali, attività e il business sul turismo. Abbiamo trovato anche internet (tra l' altro a tariffe veramente bassissime) e delle pizzerie....Non sappiamo come sia stata Vang Vieng fino a due anni fa, l'abbiamo semplicemente trovata così come in questa immagine.Il turismo è prevalentemente anglosassone, ma non mancano altri di altre nazionalità dal Giappone alla Scandinavia. Uno degli intrattenimenti preferiti di chi viene qui per più giorni è passare le giornate col culo a mollo nel fiume che sfiora Vang Vieng. Si vede allora tutta sta gente che alla mattina si stipa con delle camere ad aria da camion nei mototaxi per farsi portare più a monte e ridiscendere il corso d' acqua sdraiati in queste ciambelle. Siamo andati a salutare il fiume infatti ed oltre a qualche bue legato con l'acqua ad altezza collo, abbiamo avvistato numerosi di questi giovani falang (straniero) bontemponi adagiati sulle loro camere ad aria. Abbiamo degustato il LaoLao, ossia quello che chiamano il whisky locale, che è un amaro alle erbe forte quanto la grappa: non male.

Dopo la cena in pizzeria abbiamo appurato che c'è poco da fare di stimolante quindi gran dormita e l' indomani noleggiamo gli scooters. Il 19 marzo, con ben 10$ a testa noleggiamo rispettivamente 3 motorini; io me ne accaparro uno veramente cattivo, con la marmitta elaborata e un manubrio tipo fifty. Il prezzo è sproporzionato rispetto a quello della ricca Thailandia dove ce la cavavamo con un quinto (o quasi) del prezzo per la stessa cilindrata (80cc)...non possiamo però dipendere dai tuk-tuk o dai minibus, solo le due ruote rendono veramente free...di fattura robusta ma al contempo agili, i motocicli si adattano ad ogni tipo di percorso dobbiamo affrontare. Laddove non c'è terra ma acqua alcuni laosiani costruiscono dei leggeri ponti in robuste canne di bambù così anche noi pagando una piccola tassa acquistiamo il diritto di passo e con molta cautela, in prima, cercando di non perdere l' equilibrio, li valichiamo.....ci spingiamo fino ad un villaggio Hmong: case di legno, animali per strada, l' unico "bar" è il baracchino di una vecchia circondata da bambini seminudi che espone bibite a temperatura ambiente; ho visto una Cola ma non è la solita sebbene lo sembri dal design del logo: è Cosco Cola, faccio un sorso...la lascio ai bimbi che se la scolano.
Si pagano altri pedaggi dove c'è una grotta, le famose grotte di Vang Vieng...ne visitiamo una dopo esserci rifocillati con dei tagliolini in una trattoria di un centro rurale sperduto ...la sciura ci invita a tornare il giorno successivo per un aperitivo al LaoLao...ci dispiace signora ma qui si va di fretta....Visitiamo sta grotta inerpicandoci lungo un percorso irto e spigoloso, con rocce appuntite, qualche flessibile sostegno in bambù per attaccarcisi con le mani ed una pendenza quasi verticale; dopo una sudata giungiamo dinnanzi al pertugio della caverna; entriamo nel fresco di quelle rocce che si rivela una cavità enorme continua che prosegue in fondo con cunicoli e salite; giù per le rupi di questa prima grande cavità sta un baldacchino con l' Illuminato, il Perfetto ossia Buddha dormiente. E' un posto molto suggestivo, c'è anche qualcuno che emette il suono OM della tradizione tibetana da chissà quale antro della grotta, non penso che si tratti di un monaco del posto quanto qualche sconvolto in vena di misticismo...si aggirano infatti altri giovani turisti..

Il 20 marzo visitiamo una grotta più a nord; questa volta la sciura del baracchino sottostante ci fornisce anche delle candele; noi portiamo dei beveraggi e vivande. Giungiamo dopo una salita scoscesa e aspra all' ingresso della grotta, ci addentriamo per due centinaia di metri all' interno: posizioniamo le candele negli anfratti di un masso roccioso traforato, ne ricaviamo un locale molto ambient, manca solo la musica ed è un party...ed è autoscatto!!!!Uscire da quella spelonca si è dimostrato più arduo che entrarvici, una pausa di venti minuti all' entrata della caverna per godere delle correnti fredde, poi ridiscesi alla base un tuffo nel fiumicello...
...comincia ad essere pomeriggio nel nostro ultimo giorno intero a Vang Vieng, ci muoviamo; riprendiamo la statale in direzione Vientiane ma giriamo subito in direzione est, percorriamo un rettilineo asfaltato lasciando alla nostra sinistra un enorme complesso industriale (l'unico avvistato in questo Stato), proseguiamo fino a quando la strada diventa sterrata e qui ancora sino a quando ebbri per la polvere, il caldo, la fiacchezza, ci fermiamo ad ammirare il panorama. Sono convinto che il nostro Leonardo avrebbe potuto trovare qui uno scorcio degno dei suoi sfondi, appunto, leonardeschi...sappiamo che la strada porta ad una località ma è una scommessa col destino tentare di arrivarci e più che altro tornare prima del tramonto, ci spingiamo più in là possibile e alle quattro e mezza passato un ponte ci fermiamo; mentre chiediamo informazioni ad un vecchio, dei giovani delle case antestanti ci fissano con malfidenza, che fare? Il sole comincia a calare presto....
Chissà quanto manca e qui riuscire a farsi capire è proprio un' impresa; decidiamo di tornare e far tappa al villaggio che appena precede quel ponte...siamo proprio in un altro mondo, tutti ci guardano come fossimo alieni mentre scarboniamo l' ultima siga prima della gran tirata nella polvere...riprendiamo ma dobbiamo presto far tappa per la troppa polvere che ci ha velati....in una oretta siamo a Vang Vieng; approfittiamo sino all' ultimo dei nostri motorini scorazzando sulla statale, ci fermiamo in un locale dove si beve birra e si mangiano spiedini di carne. Non andiamo comunque a letto felici se prima non approfittiamo dell' ultima volta in pizzeria....e domani si parte.....
 

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