Diario di viaggio - Indocina |
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Ko Samui |
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Una notte in traghetto
Il traghetto, una simpatica imbarcazione a due piani: nella stiva con
stuoie, mercanzie (materie prime, frutta, verdura etc.) e due
gabinetti con bidoni d'acqua e ciotole per le abluzioni; sopra,
novanta posti letto, stretti a misura di Sudestasiatico. Noi a poppa,
in uno stanzino con il medesimo tipo di letto ma un ambiente meno da
casermone... La navigazione, lenta ma costante, con un occhio aperto e
visibilità scarsa del paesaggio, è durata circa 8 ore...
Dal 4 al 10-03-2545 (Ko Samui)
E' difficile stilare un resoconto cronologico di queste giornate, è
stata pura vacanza. Se il resto è stato un vero e proprio viaggio, in
questi giorni ci siamo concessi una vera e propria vacanza-relax. Dal
6 marzo ci siamo però impuntati a visitare l'isola noleggiando due
scooters (4 marce, 80cc) che si sono rivelati una variante non
indifferente. Ko Samui è nata come colonia cinese per l'esportazione
delle noci di cocco (qui le palme sono numerose e altissime). Un
italiano residente ora qui a tempo indeterminato o quasi ci enuncia le
due principali cause di morte nell' isola: incidenti in motorino e
caduta delle noci in testa. Sfrecciamo comunque e ci prendiamo la mano
con i nostri due scooters...non
esagero ad affermare che una volta in discesa, a manetta, avrò
raggiunto i cenquaranta...da paura quando capiti a certe velocità su
quella micro fessura di merda che funge da riga continua...da paura
certe curve che ti trovano impreparato, e certe buche ormai
inevitabili, o la micidiale ghiaietta a bordo strada... tutti
potenziali biglietti per l'altromondo o per vistose sbucciature...
Il nostro tour dell' isola comprende almeno tre tappe: due cascate e il grande Bhudda. Una cascata è raggiungibile solamente con pochi passi dal parcheggio , l'altra richiede una mezzoretta di cammino per arrivare ad una vasca superiore dove ci siamo immersi. Il grande Bhudda invece è una salita con in cima una grande statua dorata dell' Illuminato. Accanto al complesso del Big Bhudda c'è un villaggio di pescatori (palafitte in legno). Siamo tornati a Lamai passando per Chaweng. A Ko Samui ormai ci siamo abbonati alla cucina del nostro ospite: l' A. bungalows, una cucina eccellente ; tra i miei piatti preferiti: tagliolini ai frutti di mare e il filetto di manzo in salsa piccante.
Spensieratezza, sole, mare, passeggiate sulla spiaggia e alla sera nel
centro di Lamai (il centro urbano più vicino a noi nell' isola). Lamai
è una lunga passeggiata con negozi varii di souvenirs, abbigliamento,
bar e ristoranti, centri di massaggio, disco-bars; fra tutti spicca il
Bauhaus, un locale di tendenza dove una sera alla settimana c'è il
foam party (come a Ibiza, la pista da ballo si riempie di una gran
schiuma dove la gente ama zozzarsi). Sono stati dei bei giorni quelli
a Ko Samui, all' insegna del relax, sapendo che poi il nostro viaggio
avrebbe dovuto seguire ben altra andatura. Ci vorrebbe un lungo
capitolo per descrivere tutti i personaggi incontrati; pochi gli
italiani, pochi ma buoni quelli conosciuti....una sera abbiamo anche
assistito agli incontri di Muay thai, la boxe thailandese. All'inno
nazionale tutti ci alziamo in piedi, nessuno continua a fare ciò che
stava facendo, nessuno continua a bere o a conversare...presto sfilano
i contendenti indossando sul capo una corda colorata spessa quanto le
cime da barca. Dopo i rituali pavoneggiamenti a bordo ring si dà
inizio alle botte, botte vere, pugni e ginocchiate; qui non c'è
pietismo, non valgono considerazioni tipo "la boxe è uno sport
violento", semmai: "è così che deve essere". Perde chi cade a terra e
qualcuno a terra ci rimane per buone manciate di secondi, il tutto al
ritmo di una musica che richiama quella delle cornamuse scozzesi...particolarmente
feroci i combattimenti fra ragazze dove emerge oltre allo spirito di
competizione una rabbia implacabile.... in conclusione a Ko Samui
abbiamo appena fatto in tempo ad ambientarci che si è dovuti partire...che
peccato!!!
Viaggio da Ko Samui a Surat thani e da qui a Bangkok (10-03-2545)Sul battello, seguito da stormi di gabbiani, abbiamo conosciuto una ragazza italiana che rientrava in patria; noioso il sole picchiava sulle teste, difficile stendersi su quel battello troppo pieno.....ma per fortuna questo viaggio di ritorno alla terraferma è avvenuto più rapidamente che l' andata. A Surat, non avendo acquistato il biglietto del treno in anticipo ci siamo adattati alla terza classe e dopo una cena ai baracchini si parte. Sulla nostra carrozza c'è un gruppo di ragazzine thailandesi cattoliche; alcune suore bianche dagli occhi a mandorla le salutano dalla banchina...si parte ma è una falsa partenza, il treno si muove solo per cambiare binario ma un ragazzo fiorentino che poi conosciamo, si mette a rincorrerlo e riesce ad attaccarsi al finestrino; è in giro da ottobre e dopo l'India e il Nepal è stato all' ultimo full moon party di Ko Pangan; ora, come noi si dirige verso Chiang Mai . Volevamo intrattenerci fino a tardi per parlare e fumare nello scomparto tra carrozza e carrozza ma alcuni agenti ci fanno accomodare ognuno al suo posto...abbiamo viaggiato una notte in dormiveglia ma abbiamo visto la Thailandia quella non per i turisti; il ragazzo delle bibite ci ha fatti socializzare per forza con altra gente che saliva...Dopo qualche ora è salita una ragazza cicciottella e sedutasi di fronte a me ci ha mostrato dei granchi che teneva in un sacchetto di plastica, ancora vivi e con le chele serrate da un filo vegetale stretto forte. La notte si faceva fresca e un sali e scendi di varie figure animava silenziosamente il nostro scompartimento....scomodissimi i sedili in legno, solo Davide è riuscito a cadere in un sonno profondo, io ho continuato a cambiare posizione ed ho assistito all' andirivieni della gente nella notte. Ad una fermata in cui ero sveglissimo è salita una bella signorina truccata e vestita attillata; si è seduta affianco a me e le ho domandato dove fosse diretta. Non parlava inglese così le ho detto "Bangkok?", no era diretta a Kanachaburi; ho cercato di porle altre domande tipo "quanto tempo ci vuole?" ma non ha afferrato il concetto e con il linguaggio dei gesti mi ha fatto capire se volevamo andare via insieme indicando col dito se e me....Sì, mi sarebbe piaciuto mollare tutto e fuggire chissàdove con sta tipa ma avevamo una missione con delle scadenze; dopo Kanachaburi l'alba: per le città i primi monaci cominciano la questua mattutina con le loro ciotole-vaso; la vita quotidiana ricomincia ma sul treno tutti continuano a dormire. Verso le sette e mezza si apre la porta del vagone-cuccette ed esce un agente con una bella donna; si sveglia la coppia francofona che dorme sui rigidi sedili nella fila a fianco a noi: incomincio una conversazione nel mio francese ormai arrugginito. Si svegliano le ragazze cattoliche e alla fine anche Davide ma subito dopo ci raggiunge per la colazione anche il nostro compatriota fiorentino; tutti ci guardano e sorridono, nessuno gesticola come gli italiani..... |