India del Sud |
diario di viaggio |
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"Ho avuto solo un mese di tempo per poter visitare l’India del Sud. Un mese in India è niente, ma quando si hanno i giorni di ferie programmati non si può fare molto di più! Quello che segue è un racconto in poche righe per ogni posto che ho visitato. Ci sarebbero una infinità di storie da raccontare perché in India ti succedono mille cose ogni giorno! Spero di riassumere al meglio!" |
Bombay |
Di Bombay ho visto solo gli slums
intorno all’aereoporto. Questo perché l’unica cosa che ho fatto li è stato
muovermi da un terminal all’altro. |
Kochi |
Fort Cochin è un posto bello. Città
sul mare, una bella spiaggia fuori mano, ma soprattutto una atmosfera molto
rilassata. A fort cochin si ciondola per le strade, si fanno passeggiate, si
chiacchera. Un danese di 70 anni che gira l’india del sud con il vespino mi
ha detto che a Kochi si respira una grande energia. Penso che abbia ragione.
Ho finito per restare li una settimana. Credo per un turista/viaggiatore
Kochi sia un’ottima porta di entrata nell’India, che previene il famoso
“shock iniziale”. Gli indiani di Kochi sono molto rilassati e finisci da
subito per passare volentieri la maggior parte della tua giornata insieme a
loro. Amicizie, incontri, cene davanti alle reti da pesca cinesi, danze
tradizionali, passeggiate, chiacchierate, prime scoperte fuori dai luoghi
turistici. |
Varkala |
A Kochi ero riuscito a togliermi di
dosso lo stress da arrivo.. il tipico “..ma cosa cavolo sono venuto a fare
in India!?”. Dopo un anno e mezzo in ufficio, scaraventato li… |
Madurai |
Treno sleeper di seconda classe, 10
ore (credo).. arrivo a Madurai alle 6 del mattino. Un uomo e due maiali
rovistavano nella spazzatura per cercare cibo. E’ una città in cui ci si
confronta con quell’ India per la quale bisogna avere pelo sullo stomaco, ma
il misto di povertà e bellezza la rende incredibilmente affascinante. La
giornata è passata tra la visita al tempio di Shri Meenakshi (bellissimo),
una “missione” per trovare una birra in mezzo ai vicoli e un passaggio al
museo di Gandhi. Mentre tornavo in centro dopo il museo sono passato sotto
un ponte, utilizzato dai riksho. Vedendo un bambino che piangeva “sulla
soglia di casa” sono saltato giù dal riksho per fargli una fotografia.
Sapevo che si sarebbe incuriosito e avrebbe smesso di piangere. Dopo avergli
fatto vedere l’anteprima della foto, mi sono accorto di essere circondato da
una ventina di persone. Tutta gente che viveva in condizioni di estrema
povertà sotto il ponte. Erano semplicemente incuriositi e felici di vedermi
li. Di solito gli occidentali non si fermano sotto quel ponte. Credo che in
europa ci si trovi con un coltello alla gola per molto meno di una
macchinetta digitale. Dopo questa lezione (una delle tante) da parte degli
indiani, non ho potuto evitare di portare gran parte della cena alle persone
che dormono per strada, ovunque a Madurai. |
Kodaikanal |
Ho vissuto 3 giorni in un villaggio
di contadini a 4 km da kodai (2100mt di altezza). Una fortuna! Nel villaggio
– Parbapouram village – avevo una stanza spartana da Jerome, l’unica guest
house. Non ho visto occidentali per giorni e penso che sia stata la parte
più bella della vacanza. L’ospitalità delle persone, i bambini, il clima
rilassato sono stati incredibili. Spero che le foto rendano l’idea! L’ultima
sera sono stato invitato nel tempio per una cena insieme agli hindu che si
preparavano ad una cerimonia di iniziazione, con annessa camminata sui
carboni ardenti. Nel frattempo un taglio di barba e capelli per 30 rupie, un
numero considerevole di chai e lo zaino che cominciava a perdere quei pezzi
– calze, magliette, etc. – che per me non erano necessari.. ma che per gli
indiani erano un grande tesoro. |
Mysore |
Alloggio a Gandhi Square vicino al
meraviglioso Mysore Palace. La domenica sera dalle 19 alle 20 questo
edificio bellissimo viene illuminato con diverse decine di migliaia di
lampadine. Le stanze lasciano in alcuni casi a bocca aperta. Mysore è
carina, abbastanza pulita con un ritmo cittadino piacevole. Diverse gite,
visite ai produttori di incensi, una birra in compagnia.. eravamo 6 o 7 tra
turisti e indiani, a fare gruppetto fisso. Molto belli i vicoli della città
dove si passeggia tra spezie, negozi di incensi, di olii e di saari: una
bella atmosfera ed ottime amicizie! |
Gokarna |
In realtà di Gokarna ho visto
pochissimo. Mi sono limitato infatti a stare un giorno solo perché l’idea di
passare le giornate sdraiato sotto il sole, con tutto quello che c’è da
vedere e da fare, non mi andava giù. Ho visto il centro della città, molto
carino, e le tre spiagge principali, con tramonto nella splendida Om Beach,
a circa un’ora di cammino dal paese. Il fricchettone impera da quelle parti
e il pescatore arriva al tramonto sulla spiaggia con il pesce fresco. Come
posto di mare credo sia molto meglio di Goa.. dove praticamente tutti coloro
che ho incontrato dichiaravano di voler andare. Tutti quelli che sono stati
in entrambi i posti hanno generalmente eletto Gokarna. La giornata è passata
in compagnia parlando di una tappa turistica che sta diventando d’obbligo se
si va in India: i 10 giorni dentro un ashram a fare meditazione e silenzio.
Chi ci va perché ci crede, chi perché è un pollo.. etc. Ci sarebbe molto da
dire sull’ayurveda, lo yoga, la meditazione e, più in generale
l’illuminazione indiana. Soprattutto ci sarebbe da parlare di come alcuni di
noi occidentali vanno li disposti a tutto pur di capire sé stessi. Io sono
un po’ scettico, a dire il vero.. e quello che ho visto – gente ripulita di
soldi in strani centri massaggio o altrettanto strani centri di yoga – mi
porta a credere che forse a volte siamo un pochino troppo creduloni. |
Hampi |
Una meraviglia assoluta.
Imperdibile se si va in India. Sebbene sia diventata turistica. Un insieme
di vallate di sassi, templi, fiumi, laghi.. incredibile. Ho alloggiato
dietro lo strip di guest house turistiche, nelle strutture intorno al
climbing restaurant. Hampi è infatti invasa da free climbers che scalano i
boulders (credo si scriva cosi). Sono questi sassi appoggiati per terra per
“gioco divino”, alti fino a 15 metri, che a volte presentano difficoltà
elevatissime. La cena di natale memorabile con alcuni scalatori australiani
ed un tedesco responsabile di progetti di scambio culturale. Il climbing
restaurant è uno di quei posti in cui ci si riesce ancora a sentire in India.Al
contrario, le guest house principali (Mowgli, Shanti, etc.) sono quel
classico tipo di alloggi in cui sembra di stare in India, o in Thailandia, o
in Italia. Durante la cena alcuni di questi scalatori, mi raccontavano di
come, quando erano arrivati i viaggiatori della lonely planet, essi erano
stati assoldati come guide della zona. Avevano portato l’ospite nei luoghi
meno belli e più turistici avendo cura di preservare le zone (viste il
giorno dopo) più particolari. In India, come dappertutto, è sempre meglio
incontrare gente e parlare dei posti dove sono stati.. e decidere cosi.
Altrimenti si seguono i tracciati della Lonely planet e si perde moltissimo.
Questo, secondo me. |
Bangalore |
Notte in bus.. rischiato la vita
200-300 volte. Un giorno a bangalore per fare i regali e scoprire la cyber
città. Beh.. impressionante il livello di sviluppo e fortissima la
differenza con l’India che avevo visto fino a quel momento. Sotto molti
punti di vista differenza in senso negativo. Hai l’impressione di rivedere
tutti quegli atteggiamenti tipicamente occidentali che, dopo un mese con gli
indiani, trovi insopportabili. D’altra parte non si può negare che si ha
l’impressione di uno sviluppo tecnologico “positivo”. Fatto sta che sono
subito scappato dal centro e sono finito un’altra volta nei meravigliosi
mercatini di rione. Questa volta però per comprare spezie, seta e tea.
Ultima esperienza di India, di indiani. La sera l’ho passata in un locale
iper moderno, con vista sulla città, da far invidia a noi europei. Il giorno
dopo un aereo per Bombay preso all’ultimo momento on line (DeccanAir) e
l’attesa per tornare in Italia.. stravolto dopo le migliaia di cose che mi
sono successe in un solo mese. |
Alcuni consigli |
Non mi rivolgo agli altri scrittori
del sito, che mi sembrano viaggiatori professionisti, ma a persone che
magari, come me, hanno un mesetto a disposizione e sono tentati dall’India.
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