Namibia - La terra
degli Himba |
diario di viaggio |
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2-3 agosto
2003 |
Milano – Zurigo Swissair
Zurigo – Dubai Emirates A.
Dubai – Johannesburg Emirates A.
Johannesburg – Windhoek Namibian A.
Il viaggio è lungo e noioso, ma Emirates, la compagnia con cui abbiamo fatto
le due tratte più lunghe, offre un discreto confort (anche in Economy);
l’aeroporto di Dubai è poi una sosta interessante sia per l’ambiente, che
per lo shopping (in particolare gli articoli di elettronica). A Windhoek,
incontriamo all’aeroporto le nostre guide, Dirk e Guss, con le tre
fuoristrada su cui carichiamo i bagagli e raggiungiamo, ormai quasi al
tramonto il lodge, non lontano dalla capitale, dove, passiamo la prima notte
in Namibia!
Una curiosità: in aeroporto ho cambiato circa €1000,00 (contributo alla
cassa comune per 4 persone) e…ho svuotato la cassaforte! La mattina
successiva quindi, oltre ad una sosta per un minimo di spesa in un
supermarket perderemo un po’ di tempo in città perché gli altri componenti
del gruppo non hanno neanche un Dollaro Namibiano. La città si presenta, ad
un analisi superficiale, abbastanza anonima, e mostra, un discreto
benessere; lasciano perplessi le recinzioni in filo spinato elettrificato
intorno alle case. |
4 agosto
2003 |
Windhoek - Okahandia - Outjo
-Okaukuejo (Bungalow)
La strada, tutta asfaltata, e rettilinea non attraversa paesaggi
particolari, anche se la novità fa sì che non ci si annoi; appena fuori Windhoek notiamo un mercatino di artigianato. A Outjo incontriamo una
signora Herero[]
con il suo costume tradizionale: la fotografo da lontano
perché non amano mettersi in posa. La strada corre lungo un canale di
irrigazione dove gruppi di ragazzini fanno il bagno e immancabilmente ci
salutano. Okaukuejo ci accoglie con i suoi bungalows spartani, il suo ottimo
ristorante a buffet e la più incredibile pozza dove gli animali vengono ad
abbeverarsi dal tramonto in poi: è difficile staccarsi da uno spettacolo del
genere per andare a dormire! |
5
agosto 2003 |
Okaukuejo - Halali - pozze varie
- Namutoni (Camp)
Lungo le strade polverose di
Etosha[], tra una pozza e l’altra lo spettacolo è
continuo. Delude soltanto la pozza di Namutoni dove stranamente assistiamo
ad un tramonto scenografico, ma senza animali. Dormiamo in tenda; il
campeggio è discreto, i servizi buoni, ottimo il ristorante sempre a buffet. |
6
agosto 2003 |
Namutoni - pozzevarie - Namutoni
(Camp)
La giornata è interamente dedicata alla visita del parco; l’unico animale
che non vediamo, nonostante l’impegno di Dirk nella ricerca, è il leopardo.
La piscina di Namutoni, gelida, è comunque gradita dopo una giornata immersi
nella finissima polvere di
Etosha[]. |
7
agosto 2003 |
Namutoni - Oshakati - Ruacana (Guesthouse)
Ci fermiamo a Oshakati in un supermarket a fare spese per il periodo che
trascorreremo in campeggio libero nel Kaokoland. C’è anche una banca con ATM,
ma il limite di prelievo è veramente basso e quindi ci facciamo la lunga
trafila allo sportello per cambiare gli €uro. Il supermarket è invece
interessante: i prodotti di importazione sono venduti più o meno a prezzi
simili ai nostri, mentre gli analoghi, locali o Sudafricani, costano meno
della metà. La spesa di Dirk e Guss è perlomeno curiosa: un numero
imprecisato di bottiglie di cognac e di Coca Cola!!! |
8
agosto 2003 |
Ruacana - Hippos pool - Kunene
River Lodge - (Camp)
A Ruacana c’erano delle cascate sul Kunene (Ruacana falls); la costruzione
di una diga per la produzione di energia elettrica e per l’irrigazione dei
campi ha lasciato soltanto il ricordo. E’ comunque un posto curioso: il
benzinaio BP è l’ultimo per centinaia di km e vende di tutto, anche gli
antibiotici! Dopo la cena e la notte passata nella Guest House, riempiamo
serbatoi e taniche di riserva di benzina e un consistente numero di taniche
di acqua potabilizzata. Non sappiamo se riusciremo a trovarne altra prima di
5 o 6 giorni. Quelli che passeremo lungo il Kunene. La prima tappa della
giornata è su un ansa del
Kunene[] denominata Hippos pool, ma degli ippopotami
non si vede traccia. Anche loro se ne sono andati dopo la costruzione della
diga. La strada corre lungo il fiume, sterrata, ma con un buon fondo e
arriviamo al Campeggio Kunene River Lodge nel primo pomeriggio. Il
campeggio, con una terrazza bar sul fiume presenta una vegetazione tropicale
lussureggiante e ci concede un pomeriggio di autentico relax. Al tramonto
partecipiamo ad una discesa in gommone lungo il Kunene; il titolo
dell’escursione è “Booze trip – crociera con alcool illimitato” !?! Il suo
significato lo capiremo solo durante il rafting; già salendo sui gommoni
siamo stati divisi in due gruppi: whisky e gin! E in quel momento abbiamo
cominciato ad intuire… ma la scoperta dei grossi frigor stipati di bottiglie
ha chiarito definitivamente la natura dell’escursione! Il tramonto sul
Kunene resta comunque un piacevole ricordo di quella serata. Il ritorno al
Lodge con le fuoristrada ci fa cominciare ad intuire come sarà la strada da
lì in poi. E’ proprio appena dopo il Camp che si incontra il bivio
denominato Swartbooi’s Drift, dove la pista battuta piega verso sud; da li
continuando verso ovest, lungo il Kunene in direzione Epupa Falls, è
indispensabile avere una guida. Anche Dirk e Guss che ci passano tutti gli
anni, si orientano con un GPS, perché la pista dopo la stagione delle piogge
subisce continui mutamenti e in parecchi tratti è irriconoscibile.
Grigliata in campeggio (ovunque in Namibia c’è un barbecue a disposizione) e
poi a cuccia nelle tende nel buio più assoluto. Mi sveglio nel cuore della
notte e esco dalla tenda per fare due passi e……il cielo stellato al Cunene
River Lodge è uno spettacolo indescrivibile e indimenticabile! Altri simili
ne vedremo nei prossimi giorni, ma il primo è quasi uno shock. |
9
agosto 2003 |
Kunene River Lodge - villaggi
Himba - Oronditi (Camping Libero)
Si parte presto, la pista è al limite della percorribilità; in parecchi
punti si scende dalle auto e si va a piedi. Incontriamo i primi
Himba[] che
svolgono ancora la vita dei pastori nomadi. Si trovano anche piccoli kraal
abbandonati da un anno con l’altro. I villaggi che incontriamo sono
costituiti da un solo nucleo famigliare o al massimo da due. Sono gentili,
si fanno fotografare volentieri, il capofamiglia ci accoglie armato di un
coltellaccio che depone dopo aver accettato i piccoli regali che portiamo
(tabacco, farina, sale…).
Campeggio libero sulla riva del fiume dove facciamo il
bagno[]: Dirk e Guss ci
garantiscono che dove c’è corrente non ci sono i coccodrilli……fanno il bagno
per primi e quindi siamo tranquilli. Abbastanza....
Durante il giorno abbiamo incontrato solo un fuoristrada di una coppia di
francesi. |
10
agosto 2003 |
Oronditi - Villaggi Himba -
Epupa falls - Okangwati - Etengwa (Camping Libero)
Ancora incontri con piccoli nuclei di
Himba[]; ormai avvertiamo il loro
avvicinarsi dall’odore di rancido del miscuglio di terra rossa e burro che
le donne si spalmano dappertutto: sulla pelle, sui capelli, sui gonnellini
di capra. Facciamo una sosta a Epupa Falls dove si può fare il bagno (una
specie di violento idromassaggio). Le cascate sono imponenti e siamo nella
stagione secca. A Epupa si arriva, oltre che dalla pista lungo il Kunene
(est-ovest) anche con una buona strada sterrata (sud-nord), c’è un bel
campeggio sotto il palmeto in riva al fiume, e gli Himba che si incontrano
sono “civilizzati”. Infatti le donne vendono piccoli oggetti e chiedono un
compenso per le foto, gli uomini sono ubriachi. Questo è l’impatto della
civiltà su una popolazione come gli Himba! E si dice che la città di Opuwo
sia peggio.
A Epupa è in programma la costruzione di una diga in joint-venture con
l’Angola: il progetto rischia di determinare la scomparsa di un luogo
paesaggisticamente molto interessante, ma soprattutto, allagando le terre
dove gli
Himba[] svolgono la loro esistenza di pastori nomadi, mette a rischio
la loro stessa esistenza condannandoli agli effetti di una “civilizzazione”
forzata cui non sono pronti e di cui non sanno cosa farsene.
Ritroviamo al campeggio i nostri amici francesi che sono in difficoltà
perché hanno bucato entrambe le ruote di scorta. Dirk e Guss con pochi
attrezzi di fortuna le smontano dai cerchioni e le riparano.
Ripartiamo per accamparci dopo qualche ora nel letto sabbioso di un fiume in
secca, circondati da una foresta di mopani. Il barbecue è alimentato dalla
legna di un mopani secco raccolto dopo un’accurata ricerca da Dirk; pare che
sia il legname migliore per il fuoco. In effetti la mattina ci sono ancora
le braci per il caffè. |
11
agosto 2003 |
Etengwa - Van Zyl Pass -
Marienfluss (Camp)
La pista si fa sempre più accidentata avvicinandosi al Van Zyl Pass; questo
passo è percorribile solo da est a ovest. In pratica si arriva al passo
dall’altipiano e da qui si scende nella valle del Marienfluss. Al contrario,
in salita, non è pensabile affrontarlo neppure con un fuoristrada.
La
discesa[], la facciamo tutti a piedi, a parte Alessio che resta in macchina
con Guss a farsi sballottare: le pendenze sono da “ottovolante” e il fondo è
quanto di peggio si possa immaginare, infatti noi “pedoni” arriviamo alla
fine della discesa prima delle macchine. La vista del
Marienfluss[] dal passo
è uno spettacolo, che si rinnoverà kilometro dopo kilometro per tutta la
pianura fino al campeggio sul Kunene dove passeremo la notte. La parola
campeggio indica un gruppo di acacie sotto ognuna delle quali si trova un
rubinetto di acqua non potabile e l’immancabile spazio per il fuoco. I
“servizi” e le docce sono allestiti in un separè di cannette senza porta……Al
Camp si arriva da un’altra pista sud-nord percorribile da un buon
fuoristrada anche senza guide; infatti troviamo nella piazzola a fianco un
gruppo di Avventure nel Mondo. |
12
agosto 2003 |
Marienfluss - Kunenepools - Red
Drum - Hartmann Valley (Camping Libero)
Si riattraversa da nord a sud il
Marienfluss[] con i suoi paesaggi sconfinati;
si incontrano sprigbocks, giraffe, struzzi, e gli splendidi orix, fino al
bivio denominato Red Drum (così si chiama dalla presenza di un barile di
benzina dipinto di rosso); a quel punto si piega a ovest verso la Hartmann
Valley, che corre parallela al Marienfluss e termina anch’essa sul Kunene.
La Hartmann Valley è un territorio di proprietà di un agenzia di Svakopmund
che qui accompagna i turisti per safari fotografici. Per accedervi bisogna
avere un permesso che Dirk si è procurato per noi. La valle, splendida come
il Marienfluss, termina in un fantastico deserto di dune che bruscamente
digradano sul fiume. Dall’altra parte del fiume si scorge, arida e montuosa
l’Angola. La notte la passiamo accampati sulle prime dune nella solitudine
più assoluta. Alcune orme che Dirk giura essere di un ghepardo ci
consigliano di montare
le tende[]
una appiccicata all’altra; Dirk ha l’aria di
ridere sotto i baffi, ma… Al mattino passeggiata sulle dune fino al fiume;
con il fresco dell’alba si cammina volentieri, il ritorno ormai a
mezzogiorno è un’autentica sfacchinata. L’acqua da bere è calda e cattiva
dopo alcuni giorni nelle taniche. Anche le nostre scorte alimentari sono
scarse e si mangia qualche scatoletta e paste liofilizzate. |
13
agosto 2003 |
Hartmann Valley - Dune - Kunene
- Hartmann Valley - Orupembe (Camp)
Ripercorriamo, nel pomeriggio, tutta la valle e ci fermiamo ad un
pozzo[] a
riempire le taniche di acqua fresca (da potabilizzare). Incontriamo gli
ultimi Himba da cui compriamo alcuni manufatti
(braccialetti, cestini, e un tremendo
secchiello[] cosparso della solita
mistura di burro rancido, che leghiamo fuori dalla macchina – credo che Dirk
non ci avrebbe fatto salire con quella che lui chiama “puzza di Himba”!). Il
campeggio è quanto di più spartano si può immaginare; meglio le notti in
campeggio libero.
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14
agosto 2003 |
Orupembe - Purros - safari
elefanti (Hoarusib river) - (Camp)
Trasferimento breve al campeggio di
Purros[]: un vero lussuoso camping con
docce e bagni con acqua corrente e le porte! Inquieta un po’ il cartello che
avvisa del possibile passaggio di elefanti tra le tende… Infatti questa è
una delle due zone all’infuori dei parchi dove si possono vedere elefanti
liberi; e dedichiamo il pomeriggio, lungo il letto quasi completamente
secco, dell’Uarusib alla ricerca degli elefanti con risultati assolutamente
deludenti. Seguiamo tracce più o meno recenti del passaggio di gruppi anche
consistenti di questi animali, ma di elefanti non ne vediamo. Dirk ci
promette di portarci nei prossimi giorni sull’Ugab river dove avremo una
seconda possibilità. |
15
agosto 2003 |
Purros - Sesfontein -
Twyfelfontein (Camp)
Torniamo gradualmente verso zone più abitate; Sesfontein è un vecchio
fortino tedesco trasformato in lodge con una pompa di benzina e alcuni
negozi. La zona ricorda un’oasi sahariana, ma per chi arriva, come noi, da 8
gioni di “nulla” sembra una metropoli: c’è un bar dove si beve una bibita
fresca e un minimarket dove comprare generi di prima necessità. Il paesaggio
(entriamo nel
Damaraland[]), anche se molto polveroso è sempre interessante ed
è caratterizzato da formazioni rocciose molto peculiari. |
16
agosto 2003 |
Twyfelfontein - Petrified forest
- Burnt mountain - Organpipes - Rock paintings - Brandberg (Camp)
Visitiamo la foresta pietrificata, la montagna bruciata, le canne d’organo,
che sono le principali attrazioni turistiche del Damaraland e ci
arrampichiamo per la visita delle
pitture rupestri[] preistoriche accompagnati
da una simpatica guida Damara, che oltre a farci ammirare le opere dipinte
dal popolo san circa 6000 anni fa, ci dà un saggio della lingua Damara fatta
di schiocchi con la lingua che la rendono certamente di difficile
apprendimento, ma sicuramente interessante da ascoltare. Gli ultimi due
campeggi sono ormai forniti di comfort come docce con acqua calda, bagni con
acqua corrente e piazzole con barbecue. |
17
agosto 2003 |
Brandberg - safari elefanti (Ugab
River) - Capecross (colonia otarie) - Henties Bay - Swakopmund (Bungalow)
La mattina percorriamo prima con le jeep il letto quasi secco dell’Ugab
seguendo le tracce degli elefanti e quando Dirk si convince di essere ormai
vicino, a piedi ci inoltriamo nella boscaglia. E’ difficile esprimere
l’emozione (e anche un po’ di paura!) dell’incontro con un gruppo di enormi
elefanti, molto vicini e soprattutto senza la fragile ma rassicurante
protezione della carrozzeria delle auto come all’Etosha. Diciamo che è a
causa dell’emozione che non sono riuscito a cambiare il rullino in tempo e
non ho neanche una foto di questi animali…
Cerchiamo di raggiungere la costa seguendo il letto dell’Ugab River, ma
l’acqua aumenta e restiamo impantanati al punto di dover ritornare sui
nostri passi e raggiungere Cape cross dopo un ampio giro. Sulla costa c’è
nebbia e fa freddo; la colonia di foche è impressionante e anche la puzza.
Henties Bay è una cittadina di vacanze senza molte attrattive dal nostro
punto di vista: lo sport locale è la pesca sportiva. Al contrario
Swakopmund[]
è molto interessante con le sue case in stile tedesco ai margini del
deserto. Anche nelle vie principali si incontrano persone vestite in puro
stile bavarese. I nostri bungalow, piuttosto spartani, in un villaggio
protetto dal filo spinato, dopo dieci giorni di tenda ci sembrano un hotel a
5stelle. Non parliamo dell’ottimo ristorante a buffet presso la vecchia
stazione ferroviaria dove, dopo il nostro passaggio, credo che possano avere
rivisto la formula a prezzo fisso! |
18
agosto 2003 |
Swakopmund - Moonlandscape -
Welvischia drive - Spitzkoppe (tramonto) - Swakopmund (Bungalow)
Gita di un giorno nei dintorni di Swakopmund; la parte saliente direi è
senza ombra di dubbio anche la meno pubblicizzata: lo Spitzkoppe. La
passeggiata al tramonto tra i graniti rossi dello Spitzkoppe ha una
dimensione quasi magica. Già la vista della montagna che si innalza in mezzo
alla pianura polverosa del Damaraland, più che al Cervino, come suggeriscono
certe guide, fa pensare ad Ayers Rock. Ma quando parcheggiate le auto, ci si
inoltra tra gli enormi massi di granito, perlopiù tondeggianti, quando ci si
arrampica su rocce che hanno una sonorità particolare, quasi fossero cave,
quando ci si siede sul granito tiepido, nel silenzio assoluto, ad ammirare
il tramonto sullo sfondo dello sconfinato bush, allora le analogie con la
magica pietra degli aborigeni australiani si fanno più evidenti. Al ritorno,
complice l’ennesima foratura, facciamo un incontro che aggiunge motivi di
riflessione ad una giornata già resa particolare dalla visita allo
Spitzkoppe[]; come spesso accade in Africa, dal nulla compare un ragazzino:
circa 12 o 13 anni, ben vestito, parla un buon inglese, perché lo studia a
scuola, ha una macchinina in fil di ferro autocostruita che ha qualcosa di
geniale (ammortizatori e sterzo perfettamente funzionanti!) e dopo qualche
chiacchiera gli regaliamo 4 o 5 scatolette di carne tipo pressatella
(comprate a Sesfontein dove non c’era altro), che i miei figli ormai si
rifiutano di mangiare. Questo piccolissimo regalo deve rappresentare
qualcosa che noi non riusciamo nemmeno ad immaginare perché all’inizio
stenta a credere che siano per lui e poi convinto di ciò, corre via
felicissimo scomparendo nel nulla da cui era arrivato. Le sue ultime parole:
"vado a casa a mangiarle con il mio porridge!". Spiace non aver una sua foto
per ricordarlo meglio. |
19
agosto 2003 |
Swakopmund - giornata libera -
Swakopmund (Bungalow)
Swakopmund è una cittadina piacevole: bei negozi, simpatici caffè, un
lungomare con le palme, mercatini di oggettini artigianali e poi la giornata
di riposo ci voleva. Da Swakopmund piccoli aerei da turismo portano a vedere
le dune di Sesriem e la Skeleton Coast, ma l’escursione non fa per me. La
cena è a casa di Dirk dove siamo invitati tutti per un classico barbecue. |
20
agosto 2003 |
Swakopmund - Walvis bay
(fenicotteri rosa) - Duna 7 - Vogelfederberg - Solitaire - Sesriem (Camp)
Si riparte al mattino presto; la prima tappa è Walvis Bay, via di mezzo tra
la città portuale e la località di vacanza; nella laguna si può ammirare una
nutrita colonia di fenicotteri rosa. La Duna 7 è un po’ un assaggio di cosa
sarà il deserto del Namib a Sesriem. Lungo la strada ci fermiamo a vedere
gli alberi faretra (kokerboom
[]), caratteristici aloe che crescono nel deserto
del Namib che si aggiungono alle particolarità botaniche che abbiamo
incontrato fin ora: le preistoriche welvischie, i maestosi baobab, gli
onnipresenti mopani, le tipiche acacie della savana. Una tappa suggestiva è
Solitaire: una stazione di servizio con annesso-bar ristorante-bungalows con
un’atmosfera particolare. Non si può passare di qui senza assaggiare l’apfelstrudel
di Solitaire!
Il campeggio di Sesriem è strategico per la visita del parco delle dune di
Sossusvlei, perché solo partendo da qui si può vedere il sole sorgere dalla
duna 45 (45 significa che dall’ingresso del parco ci sono 45km di strada
asfaltata ma piena di buche). La notte in tenda è comunque molto fredda e ci
penserei due volte prima di rifare l’esperienza. Un bungalow è certamente
preferibile. |
21
agosto 2003 |
Sesriem - alba duna 45 - Nara
vlei - Sossus vlei - Dead vlei - Hidden vley - tramonto - Sesriem (Camp)
L’alba alla
duna 45[] è senz’altro uno spettacolo suggestivo anche se in parte
rovinato dal vento gelido. La visita dei Vlei (depressioni tra le dune)
arrampicandoci da una duna all’altra segnano un’altra giornata
indimenticabile di questo viaggio. E’ necessario avere un fuoristrada perché
l’ultimo parcheggio per le auto normali è molto distante dalle zone più
interessanti. Anche così la camminata sulla sabbia è lunga e faticosa.
Torniamo verso sera alla duna 45 per le foto del tramonto. |
22
agosto 2003 |
Sesriem - Sesriem Canyon -
Solitaire - Nauchas (Lodge)
La sosta a
Nauchas[], in un agriturismo, offre uno sguardo sulla vita di
un’autentica farm Namibiana: la corrente elettrica, proveniente da un
generatore, viene staccata alle 23; l’acqua calda proviene da boiler
alimentati a legna. L’alimentazione del bruciatore è praticamente continua e
viene garantita da una ragazza che fa la spola dalla legnaia alla caldaia,
per quello che ci è dato vedere, praticamente tutto il giorno; la cena e la
colazione si svolgono nella sala da pranzo della fattoria in un’atmosfera
molto afrikaan. Anche i dintorni della casa sono molto suggestivi: si
possono fare numerose passeggiate nel bush; i sentieri sono ben segnati, ma
in pochi minuti ci si ritrova soli immersi nella natura. |
23
agosto 2003 |
Nauchas - Melrose farm
(ghepardi) - Windhoek
La visita a
Melrose Farm[] consente di vedere e fotografare un gruppo di
ghepardi in semilibertà; gli animali sono belli, hanno veramente molto
spazio (la fine del recinto non si vede), ma è sempre un recinto; l’effetto
zoo lascia un velo di malinconia, o forse è la fine del viaggio? Sono sicuro
che la stessa visita 20 giorni fa avrebbe suscitato un diverso
entusiasmo……Nei dintorni di Windhoek ritroviamo la strada asfaltata. L’aeroroporto
è circa 40 km fuori città. |
24
agosto 2003 |
Windhoek - Johannesburg Namibian A.
Johannesburg - Dubai Emirates A.
Dubai - Francoforte Emirates A.
Francoforte - Milano Alitalia |