Un libro
scritto da un biologo per descrivere la Fuga con la "F" maiuscola:.
"Quando non può lottare contro il vento e il mare
per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l'andatura
di cappa che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla
tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga è spesso,
quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed
equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano
all'orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che
saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l'illusoria fortuna
di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta
senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione. Forse
conoscete quella barca che si chiama desiderio." |
"Per noi, la causa prima dell'angoscia è l'impossibilità di
realizzare l'azione gratificante, e sottrarsi a una sofferenza con
la fuga o la lotta è anch'esso un modo di gratificarsi, quindi di
sfuggire all'angoscia." "L'uomo è un' essere di desiderio. Il
lavoro può solo soddisfare i suoi bisogni. Sono rari i
privilegiati che riescono a soddisfare i bisogni dando retta al
desiderio. Costoro non lavorano mai."
"...perseguire un obiettivo che cambia continuamente e che non è
mai raggiunto è forse l'unico rimedio all'abitudine,
all'indifferenza, alla sazietà. E' tipico della condizione umana ed
è elogio della fuga, non per indietreggiare ma per avanzare. E'
l'elogio dell'immaginazione mai attuata e mai soddisfacente". |