Algeria |
Terra Tuareg |
di Maurizio - www.dimensioneavventura.org |
Un viaggio in Algeria bisogna sempre intenderlo come un salto nel passato ed il valico doganale subito dopo l’avamposto tunisino di IN HAZOUA e’ praticamente il luogo dove avviene il passaggio spazio-temporale ! L’attesa presso gli sportelli doganali che normalmente affrontano i fortunati viaggiatori che entrano in Algeria, e’ da intendersi come un rito propiziatorio………qui si inizia a venire in contatto con la loro realtà ed i loro ritmi completamente diversi dal nostro mondo. L’accoglienza verso il visitatore è sempre squisita e sincera, alla quale “noi civili” non siamo più abituati. L’idea che si e’ fatta la popolazione occidentale di questo paese e’ totalmente sbagliata, essendo frutto delle notizie superficiali diffuse dai mass media circa le lotte intestine algerine durante gli anni ’90, ma mai approfondite e spiegate dai tanti “esperti politici” di turno. Ecco, di conseguenza, la nostra diffidenza e paura verso questo popolo, tanto generalizzata quanto infondata, dimenticandoci che nel nostro paese si effettuano giornalmente ben più atroci violenze, delle vere e proprie guerriglie urbane…….. Appena passata la dogana algerina notiamo subito la presenza forte del grande padrone del paese: Il Sahara ! Il piccolo nastro di asfalto si insinua fra poderose dune che coprono anche gli stessi pali della luce creando un paesaggio particolare. Arriviamo subito all’oasi di EL OUED, piccolo insediamento urbano dove si può subito cambiare del denaro e rifornirsi di scorte alimentari. Ne approfittiamo subito per mangiare un ottimo cous cous presso un nostro vecchio amico algerino, conosciuto nei viaggi algerini degli anni ’80. Notiamo che la popolazione e’ curiosa verso lo straniero e cerca in tutti i modi di aiutarlo e conversare con lui. Purtroppo il turismo nel paese in questi ultimi dieci anni e’ crollato vertiginosamente e l’isolamento verso l’occidente si e’ fatto sentire. I giovanissimi cercano più di tutti di parlare con il turista od almeno scambiare dei gesti, perché sono coloro che sono cresciuti durante il suddetto periodo di crisi, senza contatti diretti con lo straniero e bisognoso di uno scambio cultuale. Riprendiamo il cammino verso sud tramite un asfalto deteriorato, superando montagne e colline senza mezzi termini, direttamente tramite delle enormi salite e vertiginose discese…….viene da pensare che non si possano perdere soldi e tempo a costruire delle “costosissime” curve per alleviare le pendenze ! Attraversando i vari paesi ed oasi più o meno grandi vedo con piacere che nulla e’ cambiato nell’architettura e nei ritmi di vita di venti anni fa, quindi inizio a pensare che questo isolamento turistico ha avuto almeno il vantaggio di conservare intatti i loro costumi ed usanze, discorso che non si può assolutamente sostenere, per esempio, con la Libia di Gheddafi, orami modernizzata ed organizzata all’inverosimile. Di
altopiano in valle arriviamo ad HASSI MESSAOUD, centro industriale
che trae vita dagli innumerevoli pozzi petroliferi e di gas che proliferano
nel deserto circostante. Praticamente il villaggio e’ un’enorme dormitorio
dove si alternano gli operai di tutte le nazionalità, dipendenti di tutte le
più grandi Società petrolifere mondiali. Il centro non offrirebbe nessun
motivo di sosta se non fosse per la richiesta di permesso per circolare nel
sud del paese, da effettuarsi presso il posto di Polizia. In pochi minuti
otteniamo il visto e via giù diretti verso l’incrocio storico e tanto caro
al viaggiatore sahariano : l'incrocio dei “4 Chemini”.
Qui ci accoglie un piccolo nucleo militare che controlla i nostri permessi e che…….ci invita a bere il classico the del deserto ! Anche fra i militari l’ospitalità e’ squisita anzi direi maggiore di quella manifestata dai civili, forse frutto del loro maggiore isolamento degli sperduti avamposti territoriali. Il militare in Algeria non ha certo vita facile…..scattate le foto di rito e dopo essersi congedati da loro con delle poderose e cordiali pacche sulle spalle, eccoci finalmente sulla lunghissima pista che ci porterà verso il sud del paese ! Anche qui troviamo delle conseguenze del crollo turistico……non c’e più traccia della vecchia pista segnatissima e trafficata anche dagli enormi camion da trasporto algerini. La diminuzione dei mezzi, unitamente alla forza degli agenti atmosferici, hanno fatto scomparire quasi completamente la pista ed ora si intravede, a malapena, in alcuni tratti. Prendiamo subito mappa e GPS per tracciare la rotta e non perdere tempo in viziosi giri per quest’immenso altopiano, consumando carburante inutilmente, anche perché il prossimo rifornimento e’ distante più di 700 km !
Viaggiamo per ore senza punti di riferimento e con tracce di vecchie piste
che si snodano a 360° che non fanno altro che disorientare. Ci teniamo nella
valle principale ai cui bordi orientali abbiamo il gran Erg Orientale e a
quelli occidentali dei rilievi rocciosi. L’arrivo alle GOLE DI AMGUID
Congedati dai militari cerchiamo di recuperare il tempo perduto nella sosta perché ben presto il sole inizierà a scendere all’orizzonte ma all’uscita del villaggio praticamente non c’e’ più traccia di pista e quindi vagando per la vallata ci infiliamo dentro un piccolo Erg di dune molto divertente ed eccitante. Questo terreno ci regala decine di chilometri a mo’ di montagne russe, tutte molto dolci ed affrontabili in velocità ! Divertimento alle stelle e qualche insabbiata di troppo. Montiamo il campo in questo scenario da favola, immersi nel grande Sahara lontani “anni luce” dal nostro mondo……questa si che e’ vita ! Il
giorno dopo proseguiamo la scesa verso sud attraversando veri e propri
labirinti formati da innumerevoli pinnacoli rocciosi che disorientano e
nascondono la visuale generale. Facciamo il punto numerose volte sulla carta
dato che vogliamo passare fuori dalla pista ufficiosa e notiamo che ci
ritroviamo molto più a est di quello che pensavamo. Proprio per questo
fuoripista, però, abbiamo a disposizione degli scenari naturali
indescrivibili per bellezza ed unicità. Attraversiamo, per esempio, una
valle completamente disseminata di enormi alberi secolari,
La salita e’ a dir poco impegnativa ed eccitante perché bisogna guidare con le ridotte all’interno di un sabbiosissimo oued (letto di fiume in secca) in salita senza levare mai il gas per non insabbiarsi ed evitando massi ed alberi disseminati “a macchia di leopardo” davanti a noi. Le imprecazioni e le richieste di aiuto via radio CB si sprecano ed impieghiamo alcune ore per salire fino alla vetta, dove decidiamo di montare il campo per la quarta notte. Il
giorno dopo attraverso piste catalogabili come percorsi trial per via delle
innumerevoli ostacoli naturali da superare con estrema precisione, arriviamo
alla vetta dell’ASSEKREM (2800 mt.)
Quest’oasi
ha ancora del fascino “da vendere”, con i suoi Tuareg che girano a dorso di
cammello nelle sue viuzze e con il suo souk ancora con l’antica fisionomia.
Certo sono nati anche negozi di souvenir ma purtroppo questo e’ il prodotto
del turismo ma l’importante che non si rompa questo delicato equilibrio di
tradizione - modernità.
Riforniti i mezzi di carburante continuiamo il nostro viaggio alla volta
dell’oasi di Djanet, distante 700 km. Seguiamo inizialmente la pista
principale che attraversa un'immensa vallata di sassi neri e canyon
devastati dalle rare piogge che si riversano sul terreno con cadenza
annuale. Arrivati al FORTE SERENOUT, della Legione straniera ma
attualmente occupato dai militari algerini, ci stacchiamo da questa pista
per dirigersi verso est in direzione dell' ERG ADMER. Navighiamo per
un giorno intero su immensi pianori dove unico confine a vista e’ la sabbia
ed il cielo !
Arriviamo in serata all’oasi di DJANET, la perla del Tassili ! Con
piacere constatiamo che qui tutto e’ ancora genuino e non “modernizzato”.
Camminiamo nel minuscolo souk incontrando solamente abitanti del luogo e
passiamo un paio di giorni seguendo i loro ritmi di vita. I discendenti
degli antichi e fieri Tuareg si muovono oggi su vetuste Toyota o Land Rover
ma non hanno perso il loro fascino di "Signori del Deserto". E' sorprendente
come si possa ancora girare tranquillamente per le viuzze dell'oasi e nei
vari negozi di artigianato senza essere importunati o assaltati da curiosi e
venditori.
A
questo punto inizia la risalita verso nord ed imbocchiamo per qualche decina
di km l’unico stretto nastro asfaltato presente nella zona che, fino ad una
decina di anni fa, non era altro che una pista scassa-macchine ricoperta,
per centinaia di km, da una terribile tolè ondulè, ossia un corrugamento
del terreno formata da microdossi perfettamente intervallati fra di loro,
distanti un palmo l’uno dall’altro, sempre molto temuta dai viaggiatori
sahariani. Dopo neanche 100 km ci stacchiamo da questo asfalto per seguire
una sassosissima pista che si infila all’interno di un canyon arrivando al
minuscolo villaggio di IMRHOU, immerso in un sabbiosissimo oued e con
una sorgente di acqua calda molto bella. A questo punto tramite le carte
topografiche del luogo vediamo che seguendo la vecchissima pista del oued
saremmo dovuti sbucare in un’ampia vallata nei pressi di Illizi, nostra
prossima meta. Ben presto, però, constatiamo che ormai della vecchia pista
ne rimane ben poco e tutto il gruppo si impegna nella ricostruzione dei
numerosi pezzi mancanti,
La
mattina dopo si riparte seguendo uno spettacolare itinerario che costeggia
l’enorme mare di sabbia del Grand Erg Orientale attraversandolo per una
cinquantina di km sulle sue enormi dune. Assistiamo anche allo straordinario
fenomeno della fioritura del deserto…..enormi dune coperte di fiori viola e
gialli ! Indubbiamente siamo immersi in n’altra dimensione e fare il
campo notturno in questo scenario rimane un’esperienza indelebile nei nostri
cuori. Praticamente a questo punto la nostra avventura volge al termine ed ora ci attende una rapida risalita verso Tunisi tramite asfalto. Nei giorni che si susseguono si parla alla radio CB solamente delle emozioni forti che ci hanno segnato anche questa volta e dei meravigliosi scenari che il Sahara ci ha permesso di godere. Le mille difficoltà superate hanno fortificato un pochino di più il nostro animo ed hanno fatto crescere questa nostra passione per il deserto ed il suo mondo sincero……in pratica hanno alimentato quello che si definisce generalmente MAL D’ AFRICA ! Torneremo ben presto nel Sahara rispettando i suoi tesori naturali ed affrontando con umiltà la sua immensa potenza perché noi non dobbiamo dimenticare che siamo solamente dei granelli di sabbia…….
INSH'ALLAH !!
UN GRANDE RINGRAZIAMENTO AGLI SPONSOR :
PLANET QUAD concessionaria Polaris - Montepulciano OFF LIMIT’S preparazione e allestimenti veicoli offroad – S.Dona’ di Piave CTE INTERNATIONAL apparati radio ALAN di comunicazione e strumenti GPS MODULIDEA Cellule abitative per 4x4 - Modena FINI E MARINI Centro Servizi Auto – Alatri MALATESTA Pneumatici ricostruiti – Alatri YES- MAVET Caschi ALIMONTI Distributore casse in alluminio Zarges - Roma OUTDOOR ITALIA attrezzatura per il campeggio e la montagna - Roma FUORISTRADA.IT portale internet per gli appassionati offroad 4x4 NEW ORIENTATIONS Viaggi Tour Operator - Roma |